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Circolo della Caccia

1888 | oggi

Schede

Sul finire del XIX secolo caffè e circoli privati rappresentano una vera e propria istituzione cittadina; più o meno esclusivi, sono centri di diffusione della vita politica e letteraria del tempo dove i diversi ceti sociali hanno la possibilità di riunirsi e identificarsi. A Bologna sono attivi, tra gli altri, il Circolo del Domino, la Società Felsinea, il Circolo Artistico, il Circolo degli Scacchi, frequentati dalle famiglie aristocratiche e dalla borghesia conservatrice; non mancano i ritrovi frequentati dalla classi meno agiate, spesso promossi dalle Società di mutuo soccorso, come il Circolo del Piccolo Reno e la Società bolognese del Porto Navile. Il Circolo della Caccia si costituisce il primo ottobre del 1888 – anno in cui si svolgono l’Esposizione emiliana e le celebrazioni dell’ottavo centenario dell’Università – per opera di 31 soci fondatori appassionati di caccia e cinegetica (l’arte di cacciare con i cani), appartenenti alla nobiltà cittadina e all’alta borghesia. La prima assemblea si tiene il 14 ottobre nelle sale superiori del Caffè dei Servi, prima delle molte sedi del Circolo, e in questa occasione viene approvato lo Statuto che mira a definire lo scopo della società e a regolarne l’organizzazione attraverso 48 articoli. La società, si legge nel primo articolo, “è fondata allo scopo di occuparsi di quanto concerne gl’interessi della caccia nella provincia di Bologna e di procurare ai propri soci un’utile e gradevole riunione”. La prima direzione del Circolo della Caccia è affidata al marchese Giovanni Salina Amorini.

Negli anni successivi il Circolo, divenuto un ritrovo di grande rilevo frequentato dai maggiori professionisti del tempo, è costretto ad adattarsi a numerosi cambiamenti di sede: nel 1890 si trasferisce temporaneamente nelle sale poste sopra il Caffè dei Cacciatori in piazza Ravegnana, l’anno successivo nello stabile di via Rizzoli n. 33, dove rimarrà per cinque anni; è poi la volta dell’appartamento sito in via Mazzini n. 15 (1895), prima che la Banca d’Italia conceda in affitto i locali di sua proprietà al primo piano dello stabile di via Farini n. 7. È questo un periodo particolarmente favorevole per la vita del Circolo, che vede aumentare di anno in anno il numero dei suoi soci; l’importanza acquisita dalla società, sotto la direzione di Ugo Gregorini Bingham, è ormai tale da rendere necessaria da parte della Banca d’Italia la concessione di nuovi locali, cui si accede da via del Cane 2/2°. La scadenza del contratto d’affitto è fissata per l’8 maggio 1926. Nel marzo dello stesso anno l’assemblea generale dei soci elegge il nuovo presidente, il grand’ufficiale Arturo Gazzoni, brillante esponente dell’industria farmaceutica bolognese.

Nel 1927 il Circolo della Caccia si trasferisce nella sua sede attuale, nel palazzo al numero 25 di via Castiglione che fu prima della famiglia Zagnoni e poi dei principi Spada; nelle sale riccamente affrescate (il palazzo ospita infatti le celebri decorazioni di Girolamo Dal Pane, Massimiliano Putti, Giuseppe Badiali e Giuseppe Manfredini) si svolgono banchetti sociali, letture, gioco delle carte, biliardo e grandiosi ricevimenti. Le numerose attività del Circolo comprendono battute di caccia di vario genere e tiro al piccione. Durante il periodo bellico i locali del Circolo, in cui nel 1934 è confluito il disciolto Circolo degli Scacchi e che nel frattempo ha assunto il nome di Unione Felsinea Caccia in osservanza alle direttive fasciste, vengono requisiti dal comando militare di Bologna; presidente onorario dell’associazione è il cavalier Benito Mussolini. Al 28 aprile 1857 risale la decisione dei soci di acquistare l’immobile, che finalmente diventa di proprietà del Circolo della Caccia. Attualmente il presidente in carica è Giovanni Carlo Mantellini e tra i soci d’onore figurano le principali cariche istituzionali della città.

Mara Casale