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Cella Colombo

1926

Schede

Il 3 marzo 1924 Adalgisa Salmi acquista per 24.000 lire un posto sepolcrale nel cimitero bolognese, costituito da una cappellina con cripta sottostante, destinata a diventare tomba di famiglia e a contenere le spoglie del marito Lorenzo Colombo, morto nel 1923. Il progetto di sistemazione e decorazione della cella, presentato da Montaguti all'Ufficio di Edilità e Arte, viene approvato dalla commissione consultiva edilizia nella seduta del 29 marzo 1926. Unica testimonianza di questa fase progettuale è la fotografia del bozzetto del rilievo conservata presso gli eredi dello scultore. Dall'immagine si nota che Montaguti pone una figura femminile tra due lesene scanalate che hanno come capitelli due angeli inginocchiati di profilo.

Nell'esecuzione gran parte di questi dettagli si perdono mentre la figura principale assume una posa più elaborata. Il rilievo in bronzo, di cui esiste una replica nel cimitero di Medicina, raffigura infatti un Angelo in rigida posizione frontale con le mani alzate al petto e i palmi rivolti verso l'osservatore. Una lunga veste lo avvolge scendendo verso sinistra con un panneggio appena mosso mentre ali stilizzate si compongono nella parte superiore. Seppur lontani dall'iconografia cristiana classica, gli angeli di Montaguti hanno sempre un riferimento religioso: una croce decorata era stata finemente modellata sulla veste dell'Angelo per la Tomba Magagnoli e una croce fa da sfondo anche a questa creatura celeste. Certamente portatore del mistero dell'ineluttabilità della morte, l'Angelo abbandona il sensualismo liberty per una semplificazione formale aggiornata al gusto déco. La cappella, coperta da una volta a semicupola, è essenziale nel suo rivestimento marmoreo. La chiude un semplice cancello in ferro battuto. Nell'archivio fotografico degli eredi Montaguti si evidenzia la presenza di due fotografie di altrettanti bozzetti per il monumento Colombo che probabilmente documentano l'iniziale volontà della famiglia di acquistare il posto sepolcrale nel Campo del Chiostro IX, come si evince dal dettaglio architettonico plasmato dall'artista. Nel primo studio lo scultore modella una articolata crocifissione con Maddalena e Maria piangenti. L'idea viene abbandonata nel secondo bozzetto dove l'artista raffigura un angelo che con qualche variante destinerà al rilievo definitivo.

Bologna, Certosa, Chiostro IX. Firmato in basso a destra sul rilievo «SILVERIO MONTAGUTI». In alto sulla parete esterna della cappella: «FAMIGLIE / SMERALDI - COLOMBO». Sotto il bronzo: «NON OMNIS MORIAR». Sulla parete destra: «FAMIGLIA COLOMBO / LORENZO COLOMBO / MATURATO NEL LAVORO IL SORRISO DELLA FAMIGLIA / FU CRUDELMENTE RAPITO / ALL'ADORAZIONE RICONOSCENTE / DELLA SPOSA E DEI FIGLI / IL 3 NOVEMBRE 1923».

Federica Fabbro

Testo tratto da: F. Fabbro, Silverio Montaguti (1870 - 1947), Bononia University Press, 2012. Fonti: Bologna, Archivio del Cimitero Comunale della Certosa, Foglio sepolcrale Salmi Adalgisa del 1924; Bologna, Archivio Storico Comunale, Faldone Ufficio di Edilità e Arte. Edilizia Privata. Verbali della Commissione Edilizia, anni 1922 – 1937. Bibliografia: A. RAULE, La Certosa di Bologna, Bologna, Nanni, 1961, p. 168; La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria, a cura di G. PESCI, Bologna, Editrice Compositori, 1998, p. 290; La Certosa di Bologna. Guida, a cura di G. PESCI, Bologna, Editrice Compositori, 2001, p. 91; C. RICCI, G. ZUCCHINI, Guida di Bologna, San Giorgio di Piano, Minerva edizioni, 2002, p. 253; La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia, catalogo della mostra di Bologna, Museo civico del Risorgimento 25 maggio - 15 luglio 2009, a cura di R. MARTORELLI, Bologna 2009, p. 167; F. FABBRO, Silverio Montaguti un artista ritrovato, tesi di laurea, relatore Prof. M. DE GRASSI, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2007 – 2008, pp. 153 – 155.