Castel di Casio, (BO)

Castel di Casio, (BO)

1796 | 1918

Scheda

Castel di Casio è un comune di circa 3.500 abitanti situato sull'Appennino bolognese, affacciato sul lago di Suviana nella valle del torrente Limentra. Crocevia tra l'Emilia e la Toscana, fu per questo motivo flagellato da incursioni e attacchi militari nel corso dei secoli, e conteso tra varie signorie. Nel corso dell’Ottocento si trovò a dover affrontare una sfortunata serie di calamità naturali, che portarono, particolarmente verso la fine del secolo, ad un impoverimento della popolazione rurale. Nel 1888 fu rilevata comunque anche l'esistenza di attività diverse: esistevano infatti 4 fornaci temporanee e una permanente e l’esercizio della tessitura veniva praticato diffusamente, sebbene limitato all’ambito domestico (circa un centinaio di telai domestici). Come in molti altri casi, anche il comune di Casio subì una forte emigrazione di tipo economico: si trattava però prevalentemente di emigrazione temporanea, verso la Maremma, la Sardegna e la Corsica. Solo verso la fine del secolo si affermò come prevalente l’emigrazione permanente verso Stati Uniti, Francia, Germania, Bulgaria e Romania. Con l’allacciamento viario alla strada Porrettana, il miglioramento dell’istruzione grazie all’apertura di nuove scuole e interventi sul versante sanitario, le condizioni di vita della popolazione presero a migliorare. Nel 1896 il Consiglio comunale deliberò di ufficializzare il nome del Comune, che all’epoca era Casio e Casola, in Castel di Casio, onde evitare confusioni con altri comuni omonimi. Alla Grande Guerra partecipò perdendovi 94 residenti; ad essi l'amministrazione locale dedicò un monumento nel 1926, a cui nel secondo dopoguerra fu aggiunta una lapide commemorativa con i nomi dei caduti di entrambe le guerre mondiali.

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: CASIO e CASOLA (3460 ab.). – Il territorio di questo Comune montano si stende nella vallata della Limentra, presso il confine della provincia di Bologna con quella di Firenze. Il Comune di Casio e Casola, che ha una superficie censita di 4591 ettari, è essenzialmente montanino, rurale e molto frazionato. – La frazione principale del Comune è Casio Castello – ove trovasi anche la sede del Comune – villaggio di modestissima apparenza con circa 350 abitanti, a 6 chilometri a levante dai Bagni e 532 metri sul livello del mare. Altre frazioni sono: Casola, Casio Pieve, Badi, villaggi tutti di più che modesto aspetto, abitati da gente dedita per lo più alla cavatura delle pietre, al taglio del legname, alla fabbricazione del carbone e alla fabbrica delle botti. Il territorio di Casio e Casola è abbastanza fertile: dà cereali, castagne, legumi, patate, ghiande, legnami da opera, da ardere e da carbone. Nella regione alta del Comune vi sono pure estesi pascoli. CENNO STORICO – Sebbene in una valletta appartata e di modesto confine, Casio e Casola ha memorie antiche e storia non del tutto oscura. Casio fu al tempo delle lotte comunali, luogo importante e forte, con un castello munito di una torre pendente somigliante a quella detta la Garisenda di Bologna; n’ebbero possesso dapprima i toscani conti di Magonza, indi il Comune di Bologna. Anche Casola era pure munita di valida rocca e resistette a varii assalti; ma tutto cadde in rovina.  (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti)

Bibliografia: Gianluca Boldri, Storia di Casio. Introduzione: vita nel territorio di Casio e Casola, Castel di Casio, Centro studi editoriali Castel di Casio, 1989

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