Casalecchio di Reno, (BO)

Casalecchio di Reno, (BO)

1796 | 1920

Scheda

I primi insediamenti umani risalgono al Neolitico, circa 20 secoli avanti Cristo. Il primo insediamento stabile di una certa rilevanza è del X sec. a. C. e si fa risalire alla cosiddetta civiltà villanoviana. Durante gli scavi archeologici sono stati ritrovati resti di capanne, una fonderia del bronzo e alcuni pozzi con funzioni funerarie. Il ritrovamento più importante è la Stele di Casalecchio (risalente al VII sec. a. C.). I villanoviani, fra il VII e il VI sec. a. C. entrano in contatto con gli Etruschi. Casalecchio nel giro di un secolo si trova a essere fra due importanti città etrusche: Misa (l’attuale Marzabotto) e Felsina (Bologna). Nell’attuale zona Tripoli era situato l’insediamento principale. Davanti all’attuale cimitero vi sono resti di case con tombe molto simili a quelle di Misa. Nel IV secolo i Galli Celti invasero la pianura Padana. Dopo qualche tempo avvenne una fusione con la popolazione etrusca. In località Ceretolo, è stata ritrovata una famosa opera d’arte, una brocca dorata, denominata l’Oinochoe di Ceretolo. Nel 200 a. C. fecero la loro comparsa in Emilia i Romani. Anche questa volta vi fu integrazione fra i Celti, i soldati e i coloni Romani. I Romani portarono le strade, gli acquedotti, l’organizzazione della società e la centuriazione del territorio. La centuria di Casalecchio più importante era nell’attuale zona Meridiana, dove vi era una grande villa agricola, con due necropoli e che sopravvisse nel tempo anche dopo la caduta dell’Impero Romano. Dal 300 d. C. fino all’anno mille non vi sono più testimonianze scritte. In seguito alle ripetute invasioni barbariche vi fu un crollo verticale della civiltà. La zona di Casalecchio fu probabilmente teatro di una serie di feroci battaglie che contrapposero i Longobardi ai Bizantini. Intanto, al riparo della città, nasceva una nuova classe artigiana e mercantile che diede origine al Comune di Bologna. Dal 1100 fino a quasi il Rinascimento, il destino di Casalecchio è strettamente legato alle sorti del Comune di Bologna. Nel 1191 viene costruita con una grande steccata di legno, la Chiusa sul Reno, che è il più antico monumento idraulico d’Europa. Dopo ripetute inondazioni e straripamenti del fiume che la distrussero più volte, fu infine costruita in muratura nel 1360 per ordine del cardinale Albornoz. La Chiusa e il Canale di Reno. Fino a poco prima dell’unità d’Italia, Bologna era quasi completamente percorsa da canali navigabili e aveva un vero e proprio porto con le darsene, la dogana, i magazzini e gli alloggi per i marinai. L’acqua dei canali era la forma prevalente di energia per fare funzionare le macchine idrauliche. Vi fu una rapida industrializzazione della città e Bologna divenne la capitale mondiale della seta. Il Canale di Reno e la Chiusa nacquero proprio dal desiderio di regimentare e sfruttare al meglio la forza dell’acqua. Nacque allo scopo un consorzio, quello dei Ramisani, per gestire il canale e di mantenerlo in buone condizioni. In seguito la gestione del canale venne affidata ai Canonici Renani. Sotto il controllo del Comune di Bologna nacque il Vicariato di Casalecchio. L’assetto territoriale di questo vicariato fu molto vario. Fu un periodo, questo, di lotte fra Bologna e Modena e spesso Casalecchio, con il suo importante ponte sul Reno, fu teatro di feroci battaglie. Altre battaglie vi furono nelle lotte fra le Signorie di Bologna e Milano con la zona di Casalecchio come teatro di guerra. Una data chiave per la storia del territorio fu il 1506. Il Papa Giulio II entrò a Bologna e da questo momento, con brevi intervalli, Bologna (e quindi anche Casalecchio) entrarono a far parte, fino all’Unità di Italia, dello Stato della Chiesa.

Un momento molto importante di discontinuità fu la venuta in Italia di Napoleone. Nel 1796 l’esercito francese entrò a Bologna. Il 9 gennaio 1804 venne eletto il primo Consiglio comunale della città di Casalecchio ed era composto da tre cittadini amministratori. Un ospite illustre di Casalecchio fu in quell’epoca Stendhal che nella sua opera Roma – Napoli – Firenze, a proposito del suo soggiorno bolognese, dedica due passaggi alle sue frequentazioni presso il Parco della Villa Talon e i suoi bagni alla Chiusa che definisce “le Bois de Boulogne de Bologna”. La Villa Sampieri Talon ebbe un particolare rigoglio in questi tempi. I cittadini di Casalecchio parteciparono attivamente agli eventi del Risorgimento, diventando punto difensivo e fortificando i due gruppi montani del monte Capra e del monte Paderno, a chiudere lo sbocco della valle del Reno. Contribuì alle spese di guerra di Vittorio Emanuele II offrendo 2.500 lire. Nel 1857 entra a far parte del Regno d’Italia. Fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 Casalecchio conobbe un periodo di sviluppo e fioritura con numerose opere pubbliche e belle ville costruite da cittadini facoltosi di Bologna. Casalecchio diventò centro di villeggiatura per i bolognesi anche grazie al fiume. La città, con l’arrivo dell’epoca Liberty, era così bella che venne definita la “piccola Parigi”. Conobbe un grande sviluppo dall'inizio del XIX secolo, con l'avvento della Rivoluzione industriale in Italia e la costruzione di fabbriche, opifici, vie di comunicazione e mezzi di trasporto, molte delle quali in sostituzione delle fortificazioni. Partecipò con fervore agli avvenimenti della Grande Guerra, versando un tributo di sangue di 48 tra caduti e dispersi, 11 morti in prigionia e 32 per malattia. Il conteggio finale dei caduti ammonta a 85, oltre al caduto di Ceretolo (oggi frazione ma all'epoca comune autonomo). A loro il comune di Casalecchio dedicò il monumento commemorativo realizzato dalla scultrice Francesca Barbanti Brodano Fioroni, inaugurato il 14 giugno 1925 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Il monumento si innalza nella piazza intitolata ai Caduti, ed è costituito da un’ampia base quadrangolare in muratura davanti alla quale è la statua in bronzo di un soldato imponente, con pastrano ed elmetto, che regge nella mano sinistra una Vittoria alata. Ai lati del basamento sono state aggiunte, in seguito, le lapidi che ricordano i caduti della Seconda Guerra Mondiale e le vittime dei bombardamenti che colpirono in modo consistente il paese. Dopo la prima guerra mondiale la città si ritrovò ad essere, con la spiaggia del Lido, il ritrovo estivo di tanti bolognesi. Nel 1920, prima dell’avvento del fascismo, Casalecchio contava 5737 abitanti. Il regime non spense del tutto le attitudini libertarie e socialiste della città; infatti numerosi furono i cittadini che pagarono la loro libertà di pensiero con percosse e condanne.

Il Comune viene così viene descritto nel volume Provincia di Bologna, collana Geografia dell'Italia, Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "Questo Comune fa parte del mandamento di Bologna II. Casalecchio, capoluogo del Comune, sorge a 75 metri sul mare, sulla sponda destra del Reno, a 5 chilometri da Bologna, in ridentissima posizione, appiedi delle colline che imboccano questa importante valle apenninica. E' uno dei luoghi favoriti dai Bolognesi per passeggiate e scampagnate, facilitate dalla ferrovia e dalla linea tramvia a vapore, che da Bologna (porta Saragozza) per Casalecchio si stende fino a Bazzano e Vignola. Casalecchio per sè stesso è una bella e ridente borgata di carattere affatto moderno. A Casalecchio il Reno è attraversato da un ponte ad arcate, di elegante e solida costruzione. Il paese abbonda di osterie e di alberghi ed i suoi dintorni sono popolati da ridenti ville. Nelle vicinanze del paese si trova la presa del canale di Reno, importante opera idraulica del periodo comunale, ampliata e ricostrutta in varii periodi a seconda dei crescenti bisogni industriali della città e dei progressi della idraulica. Il canale di Reno, che nasce a Casalecchio, dopo aver attraversata Bologna, dando moto a buon numero di mulini, brillatoi ed altri opifici industriali, serve alla irrigazione della sottostante pianura e si getta nuovamente in Reno a Malalbergo. Il territorio di Casalecchio di Reno, valutato per una superficie di 1623 ettari, è assai fertile: produce cereali, frutta, viti, ortaglie. Vi si alleva molto bestiame da cortile. A Casalecchio di Reno l'industria è rappresentata da uno dei maggiori stabilimenti della provincia: quello per la filatura della canapa detto della Canonica, esercìto da una Società anonima per azioni, avente sede in Bologna. Lo stabilimento agisce con forza idraulica, utilizzando le acque del Reno con due motori, che con una caduta di metri 4 1/2, dànno in complesso una potenza di 350 cavalli dinamici e con macchine a vapore. La materia prima che annualmente si lavora viene trasformata in 10.000 quintali di filati, spaghi in matasse e spaghi in gomitoli. I prodotti di questa industria si consumano principalmente in Italia, in Ispagna, in Svizzera e nel Belgio. l'opificio è illuminato a luce elettrica con officina propria. Vi lavorano in media 503 operai. Altre industrie di Casalecchio di Reno sono la fabbricazione delle reti metalliche, delle paste da minestra, della birra, delle botti, barili, tini, ecc. Cenno storico. Casalecchio ha antichissime origini; nelle sue vicinanze vennero a più riprese trovate tombe ed oggetti dei tempi preistorici, dell'età della pietra e del bronzo. Vi si rinvennero vasi ed oggetti del periodo etrusco. Il che prova come in quella remota antichità fosse luogo ben popolato e cospicuo. Di Casalecchio si hanno frequenti memorie nelle cronache bolognesi del periodo comunale pei fatti d'armi ivi avvenuti, essendo questa borgata luogo fortificato dai Bolognesi a difesa della città dalla parte del Reno e dei monti. Fra gli avvenimenti importanti di Casalecchio va ricordata la rotta toccata a Giovanni I Bentivoglio signore di Bologna, e dai Fiorentini, alleati contro le truppe di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, comandati da Alberigo da Barbiano e da un Dal Verme(1402). Per quella sconfitta il Bentivoglio perdette lo Stato e, due giorni dopo, fatto prigioniero dal Barbiano, anche la vita." Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.

Bibliografia: Lilla Lipparini, Casalecchio di Reno, Bologna, Edizioni Luigi Parma, 1953

NB: Gli elenchi dei NATI, MORTI e RESIDENTI si riferiscono ai Caduti nella Prima Guerra Mondiale

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Nota delle offerte fatte al Municipio di Bologna dal dì 12 aprile al 30 giugno 1848, Bologna, Tipografia Sassi nelle Spaderie, 1848. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa

Casalecchio di Reno 1920 - 1946
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Comune di Casalecchio di Reno. Dal fascismo alla Liberazione - di Graziano Zappi "Mirco" L'immediato dopoguerra - di Luigi Castagna

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Alla scoperta del complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua di Bologna, soltanto in parte visibile.

Memoria caduti Casalecchio di Reno
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Filippo Ercolani; Memoria dei valorosi parrocchiani di Casalecchio di Reno caduti in guerra (1915-1918); Tipografia Luigi Parma e C. Succ. A U Berti e C. 1918. Ristampa in occasione del Centenario, postfazione di Pier Luigi Chierici.

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Patrizio Patrizi, Ronzano e i frati gaudenti. Estratto da 'La Lettura - rivista mensile del Corriere della Sera', Milano, 1923.

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Bononia Ridet - rivista settimanale illustrata, n. 308, 3 febbraio 1894. Collezione privata.

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