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Giuseppe Canedi

29 Giugno 1899 - 30 Marzo 1925

Scheda

Giuseppe Canedi (29 giugno 1899 - 30 marzo 1925). "L'on. Sindaco prof. Puppini – che tien vive le nobili tradizioni della città più d'ogni altra devota alla scuola, alla dottrina e alla scienza – nell'ultima seduta del Consiglio Comunale volle con parola incisiva rinnovare l'espressione del suo commosso animo per la morte del compianto ing. Giuseppe Canedi. La scomparsa improvvisa del colto professionista ha riempito di tristezza tutto e tutti intorno a Lui; e l'anima nostra non sa trovare parola per dire la mestizia che ci penetra nel vederci rapito così repentinamente un giovine che sparse intorno a sè il sorriso e la gioia di vivere. In venticinque anni la sua vita ha irraggiato per quel suo potente amore agli studii, che, se da una parte lo indusse a rinunziare ai divertimenti, ai giovanili gaudii, pur gli schiuse l'animo alle più nobili speranze; a ventidue anni, benchè invalido di guerra, si laureò in ingegneria civile all'Università di Bologna ed ingegneria elettrotecnica al Valentino di Torino. Con tenacia di studii severi compì applicazioni notevolissime nel campo dell'elettrotecnica, diresse lavori stradali nella rupestre regione di Sulmona, di Scanno e nei dintorni di Riola di Vergato, pubblicò nella simpatica e popolare rivista "la scienza per tutti" della Casa editrice Sonzogno (fascicoli di marzo 1921 e di aprile 1922) due articoli sul sitema di diramazione di notizie senza ricorrere ad apparecchi nè a fili di linea per le case fornite di energia elettrica stradale, utilizzando per un miglior contatto col suolo il tubo a gas o l'acquedotto, mediante un tasto Morse intercalato tra un filo di distribuzione e la terra. Nella sua casa tutto parla di Lui; con cura dolorosa i suoi genitori, rimasti sotto il peso del dolore non placabile, hanno lasciato nello stesso ordine i suoi mobili, i libri, le macchine da Lui stesso elaborate, le pubblicazioni scientifiche, le fotografie dei paesaggi marini o alpestri, fra i quali visse in quell'allegrezza sua così esuberante e comunicativa. Quando vorremmo levare il capo e prendere una boccata d'aria pura ed un vigore di vita morale e qualche momento di spirituale letizia, ci rivolgeremo al ricordo della sua opera e della sia giovanile immagine, che sembra passata dinanzi a noi come un sogno fugace".

Testo tratto dalla rivista 'Il Comune di Bologna', aprile 1925. Trascrizione a cura di Zilo Brati. E' sepolto nella tomba di famiglia collocata nella Certosa di Bologna, Sala del Colombario, loculo n. 347.