Schede
Ugo Gheduzzi (Crespellano, 1853 - Torino, 1925), Campagna Bolognese, 1888. Ubicazione: sconosciuta. Il dipinto fu esposto alla Mostra di Belle Arti in san Michele in Bosco in occasione dell’Esposizione dell’Emilia del 1888. Ugo Gheduzzi porta - oltre a Campagna bolognese anche Cielo lanoso, Nel bosco, Samoggia, Nuvoloni d’autunno e Ottobre; quest’ultimo proprietà del sig. Luigi Bonetti di Bologna. Tutti e quattro i dipinti rimanenti sono tra i tredici acquistati da Francesco Romero di Moncalvo (1840 – 1905) (Notizie e cronaca, in “Il Resto del Carlino”, V, 159, 7 giugno 1888), decretando il successo del pittore. Campagna bolognese conferisce al suo autore una certa notorietà perché acquistato dal Re - l’onore è già riportato sul catalogo - ma ciò non suscita necessariamente solo consensi. Si legge su “Il Resto del Carlino”, dove, in generale, si accusa Gheduzzi di copiare altri: “Il suo quadro più grande, Campagna bolognese, non è che un plagio del Messidoro del Ciardi, con la differenza che questa campagna bolognese ha un’intonazione giallognola poco piacevole e, tanto peggio, pochissimo vera”. Il celebre Messidoro di Guglielmo Ciardi (1842 - 1917), fu presentato a Monaco nel 1886 e, in Italia, a Venezia, nel 1887. Ciardi espose anche a Torino nel 1884, portando alcune sue vedute tra cui Il Sile a Quinto (Esposizione Torino 1884, nn. 522, p. 21); è a questo lavoro in particolare - in cui il canale taglia la campagna, i cespugli stanno lungo il corso d’acqua punteggiati dalla luce e i lavori agricoli proseguono sotto il sole estivo – che Gheduzzi, anche lui in mostra nel 1884 con un suo lavoro, si deve essere ispirato, punto per punto.
Isabella Stancari
Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Esposizione Bologna 1888, n. 60, p. 22; L’Esposizione. Le belle arti a S. Michele in Bosco, in “Il Resto del Carlino”, V, 157 (5 giugno 1888); Crespellano 2010, pp. 13, 25, 32.
