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Carlo Calza

1875 - 1943

Scheda

Il primogenito di Cesare e Anna Tartaglia è Carlo, nato a Medicina nel 1875. Compie gli studi liceali presso il Collegio San Carlo, intraprende la carriera militare e si iscrive alla facoltà di Medicina, ottenendo la laurea nel 1902. Sposa Eulalia dei conti Sturani, una nobildonna anconetana più anziana di lui di cinque anni. Da questo matrimonio non nasceranno eredi. Questa signora è stata l’ultima esponente della famiglia a vivere a Medicina e dopo la morte del cognato notaio Gaetano Calza si trasferì in centro in un appartamento di via Libertà. Sono molti i medicinesi che ancora la ricordano passeggiare con l’ombrellino parasole: ultima traccia ottocentesca in una società ormai moderna. Carlo esercita la professione di medico rimanendo nell’esercito e raggiungendo il grado di Tenente Colonnello. Negli anni Trenta si trova a Medicina e abita nella villa con i fratelli. Dalle testimonianze fotografiche deduciamo che, insieme al fratello Gaetano, frequenta con assiduità il mondo cattolico medicinese, legandosi in amicizia con don Luigi Cappellari, sacerdote medicinese rettore della chiesa del Crocifisso, che presso la sua abitazione preparava i ragazzi all’ammissione al ginnasio. Certamente anche col parroco Mons. Francesco Vancini i rapporti di Carlo e Gaetano dovevano essere ottimi: li troviamo spesso fotografati insieme. In fondo questi tre personaggi condividevano una visione della società per alcuni aspetti ancora legata all’Ottocento, una società divisa in classi che a fatica dialogano tra loro.

Il dottor Calza, insieme al fratello Gaetano, fu molto attivo nella vita politica e religiosa della comunità medicinese. Dal 1937 alla morte, avvenuta nel 1943, egli è Presidente degli Uomini di Azione Cattolica, gode quindi senza dubbio della fiducia del parroco. Precedentemente aveva anche ricoperto incarichi istituzionali molto importanti: fu Commissario Prefettizio dal 26 novembre 1934, per poi essere nominato Podestà dal 12 febbraio al 16 luglio 1935. Nessuno dei Calza è tra gli iscritti al Partito Fascista negli anni Venti, la loro non è una adesione ideologica al fascismo, diciamo che negli anni Trenta, quando l’adesione ed il sostegno al regime erano ormai indiscussi da parte della grandissima maggioranza della popolazione italiana, Carlo si rende disponibile, per un brevissimo lasso di tempo, a ricoprire incarichi istituzionali. Sarebbe interessante approfondire le vicende del Partito Fascista medicinese nel corso del Ventennio, infatti da diverse fonti emergono notizie di liti e divisioni costanti. Ne è prova il fatto che, dopo la parentesi di Emilio Cacciari, sindaco dal ’25, poi podestà dal ’27 al ’30, non ci fu più alcun esponente locale che ebbe incarichi più duraturi di tre anni. Nel fascismo medicinese c’erano diverse anime, una tra queste, rappresentata dal dottor Carlo Calza, la quale era probabilmente quella più vicina all’ambiente cattolico. Un’altra importante anima era quella rappresentata da Vito Fabbri e Aldo Montebugnoli, più laica e legata alla massoneria bolognese. Infine il gruppo che faceva riferimento a Emilio Cacciari e rappresentava particolarmente le istanze degli agrari medicinesi. Mons. Francesco Vancini, parroco dal 1921, in quegli anni ebbe, anche grazie alla personale amicizia col Cardinale di Bologna Nasalli Rocca, in quegli anni ebbe un ruolo riconosciuto da tutti di autorità locale non solo in ambito religioso, ma anche sociale e politico. Ne è prova il fatto che egli stesso, nei primi anni Trenta, fu nominato dal Prefetto Presidente a vita del Partenotrofio Donati Zucchi. Da quella data l’Istituto si trasformò da ente laico di beneficenza a una sorta di opera parrocchiale, anche grazie alla presenza delle suore Figlie di S. Anna, piacentine come Nasalli Rocca. Muore nel 1943.

Enrico Caprara

Testo tratto da 'Bianca Calza - L'ultima dei Gandolfi', Comune di Medicina, 2021.