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Alessandro Calanchi

19 Marzo 1844 - 1905

Scheda

Nato a Bologna il 19 marzo 1844 da Girolamo ed Anna Cermasi. Proveniente da una famiglia facoltosa, in giovane età esercitò l'attività di agricoltore possidente a Calderara di Reno. La morte del padre nel 1864 segnò una discontinuità nella sua vita: interruppe difatti gli studi e, nel 1866, si arruolò nel corpo delle Guide garibaldine, rimanendo gravemente ferito nella battaglia di Monte Suello (3 luglio) nel corso della Terza guerra d'Indipendenza.
Quattro anni dopo, nel 1870, vestì di nuovo la camicia rossa in Francia, nelle file dell'Armata dei Vosgi, rimanendo nuovamente ferito. Di ritorno dall'esperienza oltralpe, iniziò la sua militanza nelle file internazionaliste: fu tra i fondatori, nel novembre 1871, del Fascio Operaio bolognese. A tal proposito nel 1873 fu segnalato dalle autorità di polizia come «persona da sorvegliarsi attentamente».
L'8 agosto 1874 partecipò al tentativo insurrezionale di marca anarco-internazionalista, ma venne arrestato: dagli atti del relativo processo appare che «Negri Abdon e Calanchi Alessandro si erano mossi espressamente da Bologna in una vettura di piazza per prenderne il comando [della colonna di anarchici e internazionalisti proveniente da Imola, N. d. A.]». Ambedue «furono [...] arrestati vicino all'Idice in mezzo alla banda imolese, in un fiacre, armati, e con altre armi nella stessa vettura, e cioè tre fucili, una pistola, venticinque cariche di revolver e un lungo coltello» (atti processuali citati in A. Bassani, p. 38). Dopo una lunga carcerazione, fu assolto assieme a tutti gli altri imputati nell'assise del marzo-giugno 1876. Successivamente, seguì le orme politiche di Andrea Costa, transitando dall'internazionalismo al Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna, partecipando al suo II e IV Congresso (rispettivamente nel 1883 e nel 1893). Secondo la Prefettura di Bologna – che nel 1894 lo aveva registrato nella sua Rubrica degli affiliati ai partiti sovversivi – Calanchi in questo frangente era «osteggiato da giovani socialisti intransigenti, che non possono perdonargli di essere socialista convinto sì, ma eminentemente evoluzionista».

Fu presidente della Società Democratica di Castel S. Pietro, dove ricoprì anche la carica di consigliere comunale, e presiedette la Società Cooperativa dei Muratori, Birrocciai e Mestieri Affini. Nel 1884 si era distinto nel corso dell'epidemia di colera scoppiata a Napoli, dov'era accorso in qualità di socio aggregato del Comitato della Croce Verde.

Morì a Castel San Pietro nel febbraio 1905. Così il “Resto del Carlino”: «Il funerale del garibaldino Alessandro Calanchi riuscì imponente per intervento di popolo. Il feretro, sul quale erano stati deposti il berretto, la camicia garibaldina e la sciabola, era preceduto dalla banda; per espresso desiderio della famiglia i preti accompagnarono la salma dall'ospedale alla chiesa, ove fu data l'assoluzione. Dalla chiesa mosse poi l'accompagno, in forma puramente civile, con numerose bandiere di associazioni politiche ed economiche, venute pure da Imola e Medicina. Le bandiere circondarono il feretro che procedette accompagnato da gran quantità di popolo fino al cimitero. Quivi parlarono il segretario comunale a nome del sindaco: seguì il dott. Cecchini e da ultimo Romeo Galli a nome dei socialisti».

Andrea Spicciarelli

FONTI e BIBLIOGRAFIA: E. Gianni, L'Internazionale italiana fra libertari ed evoluzionisti. I congressi della Federazione Italiana e della Federazione Alta Italia dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori (1872-1880), Milano, Edizioni Pantarei 2008, p. 414; A. Bassani, La marcia su Bologna degli anarchici imolesi in “Il Carrobbio. Rivista di studi bolognesi”, a. IV (1976), p. 38; Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto di Prefettura, Registri Vari, Registro-Rubrica degli affiliati ai partiti sovversiviad nomen (copia depositata presso la Biblioteca del MRBo); MRBo, Posizioni d'Archivio, f. Calanchi Alessandro.

Scheda redatta il 22 aprile 2021. Ultimo aggiornamento: 30 aprile 2021.