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Claudio Bonoldi

26 Ottobre 1783 - 14 Febbraio 1846

Scheda

Claudio Bonoldi (1783-1846), tenore. Fresco del debutto l’anno prima alla Scala (nell’Annibale in Capua di Farinelli), era già un divo: "Bonoldi, oh, Bonoldi è un tenore per il Teatro alla Scala, piace e piacerà e scommetterei che per la sua voce forte e ben distesa sarà il tenore alla moda"; "piuttosto baritono che tenore ha una voce rotonda ed intuonata e canta bene"; "ha gran voce, ed arte di ben usarne; lo vorremmo un po’ meglio ordinato nel portamento e nel gesto" (Il Redattore del Reno 8 gennaio 1811). Anche a Bologna, nell’oratorio di Zingarelli Il trionfo di Davide al Corso, piacque "oltremodo per la bellezza e la forza della sua voce. Intona bene e vibra con sentimento. Se le maniere del suo sceneggiare prendessero maggiore nobiltà, sarebbe un attore cantante a cui pochi potrebbero contrastare il primato" (Il Giornale del Dipartimento del Reno 3 marzo 1812). Era già nato insomma il mito del tenore di forza, "alto, nerboruto e prepotente", che Rovani immortalò nei Cento anni. A Bologna aveva già cantato nel 1806 (il Fondo Spettacoli dell’Archiginnasio conserva l’avviso di una sua beneficiata in data 6 febbraio 1806 al Corso; In scena, p. 321), e tornerà nel 1820, al Comunale, con la Semiramide riconosciuta di Meyerbeer e Aureliano in Palmira di Rossini (In scena, p. 228, Paganelli, p. 23). Piacentino, per lui Rossini scrisse La pietra di paragone (1812) e Bianca e Faliero (1820). Si ritirò dalle scene verso il 1830 stabilendosi a Milano, dove morì nel 1846. Cfr. Appolonia, pp. 109-117.

Testo tratto da 'Un mondo di musica: concerti alla Società del Casino nel primo Ottocento', a cura di Maria Chiara Mazzi, Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna, 2014.