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Alfonso Bertelli

1822 - 1896

Scheda

Alfonso Bertelli (Bologna, 1822 - ivi, 1896), figlio dell'astronomo e docente universitario Francesco, avvia come di consueto i suoi studi presso l'Accademia di Belle Arti locale, dove vince nel 1836 e 1838 il primo premio per la scultura e vi realizza un bassorilievo rappresentante la Morte di Sisara. L'opera esposta nel 1837 viene così descritta: Testa della B. V. addolorata, copia in plastica da quella che il Canova ideava pel suo gruppo della Deposizione. Spontaneo sceglieva questo giovanetto ad argomento di suo saggio un Canoviano concetto, come cosa che si addiceva in omaggio ad un illustre porporato. Lodevole pensiero e condotto a modo che dà speranza di avanzamento. Possa il giovanetto allievo penetrare nei misteri dell’arte, possa ugualmente in ogni suo studio incontrare chi lo guidi, con animo scevro di passioni e di parti, pel migliore cammino!

Il Polifemo che scaglia il sasso si data 1841, opera con cui viene nuovamente premiato in Accademia. Verso il 1845 compie un gruppo plastico rappresentante il Martirio di S. Agnese, eseguito dopo il suo rientro da Firenze, dove ha studiato presso Duprè. Nello stesso anno viene nominato Socio onorario dell'Accademia di Modena, mentre l'anno successivo completa, ancora una volta in scagliola, un gruppo grande al vero rappresentante la Concezione. Al 1851 si datano un ritratto colossale di Ulisse Aldrovandi e un bassorilievo con la Madonna col bambino. Nel 1861 il Municipio gli richiede il busto in marmo di Giovanni Marchetti per il Pantheon della Certosa. Nel camposanto colloca nel 1853 un angelo grande al vero, in marmo, per il sepolcro del padre. In occasione dell'esposizione bolognese del 1863 si ammirano due suoi marmi, un ritratto femminile e due giovinette, una orante, e l'altra offerente davanti alla Vergine. La tomba Pallotti in Certosa è databile al 1867, anno in cui mostra pubblicamente anche un modello per un Monumento a Galvani e due busti in gesso, di cui uno ritraente la Madonna. Segue nel 1869, nel cimitero, il cippo con ritratto di Giambattista De Renoli e, nel 1877, il bell'Angelo in marmo, grande al vero, della cella Pianesani. Di questi anni è noto l'indirizzo del suo studio, via Barberia 400/2. Il Raule nella guida della Certosa del 1961 gli attribuisce anche i sepolcri Nanni (1872) e Predieri (1890). Non più rintracciabile il busto ritraente il giovane Alfredo Zucchini, collocato nell'omonima cappella dove si trovano le sculture di Pacchioni.

Roberto Martorelli

Testo tratto da: R. Martorelli, Cento anni di scultura bolognese. L’album fotografico Belluzzi e le sculture del Museo civico del Risorgimento, numero monografico de “Bollettino del Museo del Risorgimento”, LIII, 2008