Apoteosi di Gentile da Fabriano

Apoteosi di Gentile da Fabriano

1875

Scheda

Luigi Serra (Bologna, 1846 - ivi, 1888), Apoteosi di Gentile da Fabriano, 1875. Ubicazione: Fabriano, Teatro Gentile da Fabriano. Anche conosciuto come Il secolo d’oro, si tratta del sipario del Teatro Gentile da Fabriano a Fabriano, consegnato nel 1875 e ancor oggi in loco. L’incarico era stato affidato a Serra nel 1872, in seguito a un concorso organizzato dalla Commissione edificatrice del teatro l’anno precedente. La commissione giudicatrice era formata da professori dell’Accademia di San Luca che aveva scelto il bozzetto di Serra. Al concorso aveva partecipato anche il compagno di studi Raffaele Faccioli. La vicenda dell’esecuzione, dei rapporti di Serra con la Commissione di Fabriano, dell’esposizione e della messa in loco del sipario è documentata minutamente da numerose lettere conservate nel Fondo Luigi Serra in Archiginnasio e ne emerge la fatica legata alla realizzazione di una grande scena corale che si stendeva su una tela di 13,30x12,80 metri e che richiese tredici mesi di lavoro. Anche per ritardi del Teatro, la consegna slittò infatti dal previsto 1873 al 1875.

Prima di essere posto in loco a Fabriano nel dicembre del 1875, l’enorme lavoro fu esposto nello studio del pittore in palazzo Bentivoglio a Bologna nell’ottobre dello stesso anno, riscuotendo successo per l’ideazione. L’opera richiama i grandi affreschi rinascimentali, primo fra tutti il Raffaello della Scuola d’Atene (1508-1512), ma anche l’emiciclo della Scuola Nazionale Superiore di Belle Arti a Parigi (1837-1841) di Paul Delaroche (1797-1856). All’epoca piacque l’accuratezza formale del disegno (in Archiginnasio sono visibili alcuni disegni preparatori pubblicati in Bologna 2008-2009, tavv. fuori testo; cfr. anche Bologna 1961, nn. 86-98); la luce, dal basso verso l’alto, simula l’illuminazione artificiale dal proscenio. Si è parlato anche di un “gusto quasi citazionista”: il telone sarebbe un grande affresco in cui ogni pittore - Giovanni Bellini (1430 ca. - 1516), Gentile da Fabriano (1370 ca. - 1427), Antonello da Messina (1430 ca. - 1479) - è raffigurato con lo stile che gli era proprio e dove Serra può confrontarsi con i suoi studi sul Quattrocento prima della partenza per Venezia. È la prima delle grandi opere corali con le quali Serra si misurerà lungo il corso della sua vita: il catino absidale di Santa Maria della Vittoria, i cartoni per la sala del Senato, l’Irnerio e il San Giovanni Nepomuceno. Serra ritornerà a Fabriano da Roma, dove ormai vive, nel dicembre del 1880, ricevuto l’incarico di dipingere otto figure allegoriche da inserire nel soffitto del teatro (Bologna 2008-2009, pp. 29, 69, 103, 155).

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Bologna 1983b, p. 217; Giumanini 2000, 196-197, 202; Bologna 2001-2002, pp. 30, 46, 49, tav. a p. 60. Bibliografia: Ojetti 1911, pp. 199-200; Sapori 1922, p. 23 e tavv. a pp. 125-131; Bologna 1961, p. 2; Bologna 1983b, p. 219; Bologna 2003, p. 27, tav. 39, p. 113; Bologna 2008-2009, pp. 15, 27, 67, 71, 79, 86, 91, 99, 143, 149, tavv. fuori testo.

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