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Orfeo Orfei

26 Marzo 1836 - 20 Novembre 1915

Scheda

Orfeo Orfei "nato a Massalombarda, residente a Bologna. Tratta il quadro di genere con molto buon gusto; e la fattura dei suoi quadri è solida e soddisfacente; dipinge uomini e cose con vivo interesse, e sa dar loro vita e sentimento, ben rari a trovarsi nella gran parte dei quadri di genere. Il suo bel lavoro Il pittore di ventagli e l'altro quadro L'ombrellaio, sono due eccellenti pitture, che attestano la bravura di questo artista. A Bologna, nel 1888, espose La conciliazione che secondo il giudizio di un critico era fra i quadri più simpatici di quella Esposizione." (Tratto dal 'Dizionario degli artisti italiani viventi', ed Gonnelli, Angelo De Gubernatis, 1906).

Orfeo Orfei (Massalombarda, 1836 - Bologna, 1915), si iscrive in Accademia nel 1855 e ottiene dei premi in disegno elementare di Ornato e Architettura (1856), in Decorazione (1857) e in Paesaggio (1862), categoria nella quale si aggiudica il premio accademico mettendosi alla prova sul soggetto: Il termine di una selva che abbia per fondo una spiaggia di mare. Mattino - poi acquistato dalla Protettrice nel 1863 - per il quale la commissione lamenta che il candidato non abbia impiegato il "mezzo" messogli a disposizione "non solo per ispirarsi, ma eziandio per ritrarre dal vero"; si tratta forse di una camera oscura o di una macchina fotografica? In ogni caso gli esordi di Orfei sono in qualità di paesaggista. Bellentani scrive di un suo paesaggio esposto alla Protettrice: "Orfeo Orfei si è impegnato in uno specchio d'acqua, che pare ad un tempo golfo, lago o mare, la cui chiarissima distesa è interrotta da alcuni pini rilevati per tono uniforme. A destra poi scoscendono rupi nevose con muraglie rovinate, assai pittoresche e fantastiche". Nel 1862 espone alla mostra della Protettrice due studi dal vero, uno dei quali, poi indicato con più precisione come Interno di un cortile, è acquistato per 250 lire dalla Società e in seguito assegnato a Gaetano Palazzi. L'anno successivo presenta tre quadri ad olio, sempre all'esposizione della Protettrice: il già visto Un mattino, L'artista in soffitta e Luogo rustico. Almeno il secondo potrebbe identificarsi con Il riposo del pittore, in collezione privata ed esposto nel 1874 con Pineta e un Autoritratto. L'anno 1865 è la volta di Una presa di tabacco e l'anno dopo ancora presenta La galanteria (400 lire). Tra gli acquisti della Protettrice rientrano anche: Un uragano (fra il 1854 e il 1867), L'imminente Temporale (1857), Michelangelo Buonarroti alle porte di Bologna (1864) e, nel 1868, Goldoni e i suoi comici, che, insieme a I piccoli cantori dell'anno precedente, segna il passaggio definitivo dal paesaggio ai soggetti di genere.

Per quel che riguarda le esposizioni accademiche, Orfei partecipa a quella del 1863 con "Un quadro di genere ad olio"; nel 1866 ottiene il premio per il concorso grande Curlandese di Pittura con Niccolò Macchiavelli [sic] inviato Commissario della Repubblica Fiorentina a Valentino Borgia (oggi in Pinacoteca Nazionale a Bologna), che mostra tangibili segni di contatto con la pittura di Alfonso Savini e con quella di Luigi Busi. L'anno successivo, in occasione della Seconda Esposizione delle Accademie dell'Emilia porta, oltre al Niccolò Machiavelli, una Prospettiva studiata dal vero e I piccoli cantori. Insieme a Raffaele Faccioli, Aurelio Aureli e Luigi Serra è ritratto in una fotografia datata 1864 donata al loro comune maestro, Giulio Cesare Ferrari; nel 1867, nella già citata recensione di Guidi (vedi Aurelio Aureli) all'esposizione bolognese è a questi pittori più giovani, che Orfei è accostato. Nel 1868 partecipa all'esposizione della Promotrice torinese e l'anno successivo a Bologna presenta una Suonatrice di violino. La sua opera è considerata più "pungente", rispetto alla produzione di Busi e di Faccioli, ed è spesso accostata a quella di Gaetano Chierici (1838-1920) e di Gerolamo Induno (1825-1890); certamente è copiosa e dovette avere anche buon mercato all'estero. De Gubernatis e Comanducci ci ricordano alcuni suoi titoli: Il pittore di ventagli, L'ombrellaio, Giudizio competente, Venditore ambulante (1873), La cocca, Il telegrafo, La ferrovia, I numeri del lotto, Il sarto (1874), Preparativi per la festa; e ancora: I piccoli muratori, I nuovi fumatori, I frati sartori, I frati musici, Il moderno stradivari, Il dilemma politico, Sommità contemporanee, L'antiquario, Il ciabattino politico e Dopo (questi ultimi due un tempo al Museo Revoltella). Nel 1875 (Gli antiquari) e nel 1892 espone a Ferrara alla mostra della Società Benvenuto Tisi. Nel 1888 alla Mostra di Belle Arti in San Michele in Bosco propone un solo dipinto: La conciliazione e nel catalogo si fornisce come recapito via Zamboni 32. Importante anche la sua attività di restauratore; si ricordano di lui interventi alla Galleria Brignole di Palazzo Rosso a Genova nel 1903 e presso il refettorio del convento di San Francesco a Cesena nel 1905; inoltre lavora a Modena per la Galleria Estense e a Bologna restaura il San Girolamo di Lorenzo Costa (1460-1535) nella cappella Castelli (1898) della basilica di San Petronio e la Madonna del Terremoto di Francesco Francia (1450-1517) in Palazzo Comunale. A Castel del Rio, presso la chiesa di San Miniato Martire è conservata una sua pala che ritrae il santo cui la chiesa è dedicata.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia, fonti e sitografia: L'Arte Bolognese [post 1898]; Atti 1856, p. 68; Bellentani 1858, p. 43; Atti 1862, p. 11, 34-35; Atto verbale 1863, p. 27; Opere 1862; Rapporto 1862, n. 17; Opere 1863; Atti 1864, p. 20; Società Protettrice 1865, n. 102; Società Protettrice 1866, n. 69; Atti 1866-1867, p. 10-11; Atti 1867, pp. 27, 47, 77; Masini 1867a, p. 18; Vicentino 1868, II; Esposizione Bologna 1888, n. 150, p. 25; Storia delle Arti del Disegno 1888, pp. 122-123; De Gubernatis 1889, p. 337; Gatti 1896, p. 22-23, 30; Thieme-Becker 1932, 26, p. 44; Comanducci 1962, p. 1314-1315; Bottrigari 1960-1962, III, p. 397; Ravenna 1974, nn. 2-4, p. 68; Bologna 1980, p. 55, n. 41, pp. 109-110; Bologna 1983b, pp. 61, 63, 64, 65, n. 111, pp. 193, 198-199; Torresi 1999, p. 107; Catalogo Ottocento 2001, p. 319; Giumanini 2002, p. 267; Conti 2013, p. 108; Pinacoteca Nazionale 2013, nn. 157-158, pp. 180-182.