Salta al contenuto principale Skip to footer content

Oratorio dello Spirito Santo

Di rilevanza storica

Schede

L’edificio, costruito dai monaci celestini fra il 1481 e il 1497 e soppresso al culto nel 1798, subì alcuni cambiamenti nel corso dei lavori di fine Ottocento.

Infatti, furono riprodotte le terrecotte mancanti nei fregi; vennero inventati un occhio tondo nel timpano della facciata, che sostituì l’apertura ovale, e una cornice di contorno nella porta di accesso, che ne risultò rimpicciolita; fu realizzato un nuovo gradino alla base della facciata e vennero trasformate in finestre, con apposite inferriate, le due nicchie ai lati della porta, che recavano tracce di pitture del secolo precedente; infine, per intonare il colore delle parti nuove con quelle antiche, Alfonso Rubbiani decise di ricolorare tutto il complesso con una tinta rossastra.

Quest’intervento avrebbe originato una vivace polemica con Angelo Gatti, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che avrebbe rivolto a Rubbiani un articolo dalle colonne della “Gazzetta dell’Emilia” dal titolo Restauri in maschera (Bologna, 6 ottobre 1893), cui l’artista risponderà, su “Il Resto del Carlino”, con Polemica rossa (7 ottobre 1893). 

Testo tratto da Cent'anni fa Bologna: angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.