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Morini Franco | Motori

Schede

Franco Morini (1924-1984) dopo gli studi all’Istituto Aldini-Valeriani era stato apprendista disegnatore presso la Ducati e, successivamente, alla Moto Morini dello zio Alfonso. Nel 1951 aveva fondato, in società con Vittorio Minarelli, la F.B.M. (Fabbrica Bolognese Motocicli) con sede in Via Saffi, iniziando a produrre motociclette, dapprima per conto terzi, quindi in proprio. Alla motoleggera Gabbiano 125 cc, presentata ufficialmente alla Mostra di Milano nel 1952, era seguito il Vampir 200 cc in grado di superare i 120 km/h. I due soci si erano però ben presto resi conto che l’attività dell’Azienda poteva essere meglio indirizzata, costruendo motori sciolti. Era stato quindi realizzato il Pettirosso, un motore monocilindrico da 48 cc robusto e sicuro che aveva assicurato loro moltissimi ordini, accreditando l’Azienda in quello che sarebbe stato un settore di mercato vincente nei decenni successivi.

Franco Morini aveva contribuito all’affermazione della F.B.M., il cui mercato si era allargato dall’Italia all’Europa, non solo come progettista, ma anche per la lungimiranza delle scelte produttive. Nel 1956 la conclusione del rapporto con Minarelli aveva portato alla nascita della F.B. Minarelli (poi Minarelli Motori) e della Morini Franco Motori. Quest’ultima, dapprima in Via Battindarno, quindi in Via Triumvirato ed infine, dal 1958, in Via Porrettana a Casalecchio di Reno, aveva iniziato a proporre una variegata produzione di motori con cilindrate diverse per impieghi sia stradali che sportivi. Un caposaldo della produzione era stato il 50 cc a 2 tempi e 3 marce che raggiungeva i 60 km/h. I propulsori Franco Morini avevano incontrato il gusto di molte marche italiane e straniere, dalla ISLO messicana all’Aprilia, dall’olandese Jamathi alla Malaguti, affermandosi tra i leader nel settore. Nel 1999 l’Azienda aveva cercato di far fronte alla crisi del settore con l’acquisizione della Moto Morini, iniziando a produrre con lo storico marchio delle motociclette di grossa cilindrata. Posta in liquidazione fallimentare nel 2010, è stata ceduta l’anno successivo alla sociatà Eagle Bike.

Antonio Campigotto

Testo tratto da "La Ruota e l’Incudine la memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa", Minerva, 2016.