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Monumento di Edoardo Weber

1954 | 1957

Schede

La tomba venne realizzata per volontà di Anna Bolelli (1897 - 1985) in memoria del marito Edoardo Weber (1885 - 1945?). Progettata da Augusto Panighi (1908-1979), si compone di un sarcofago in marmo di Carrara a pianta ellittica e di un cippo al di sopra del quale è collocato il busto in marmo raffigurante il defunto. Lungo il sarcofago sono collocati una serie di fregi lavorati a punta, rappresentanti nei suoi aspetti più tecnici episodi dell'industria fondata dall'ingegnere, tutt'ora in attività. La narrazione celebra il tema del lavoro nella sua componente concettuale. Si tratta di un fregio di chiara connotazione purista che pone l’autore a contatto con quel clima realista tipico della pittura del periodo, lontana dalla retorica classicista.

L'epigrafe posta sotto il ritratto ricorda che Edoardo Weber fu "Cavaliere del lavoro, Cavaliere della corona d'Italia. Il suo ingegno  fervido creò ed organizzò un'opera che ha valicato i confini dell'Italia, suscitando ammirazione in tutto il mondo. La moglie affranta pose per ricordarlo a chi veramente lo amò." L'epigrafe posta sul retro del sarcofago allude alla sua scomparsa ed al corpo mai rinvenuto: "Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima. S. Matteo . X . 28" Venanzio Baccilieri, scultore e incisore, si è diplomato in Scultura presso l’Accademia di Bologna nel 1937. Formatosi come intagliatore del legno, dette un’importante contributo nel restauro delle statue lignee del Teatro Anatomico dell’Archiginnasio, danneggiate dai bombardamenti del 1944. In Certosa sono presenti altre sue opere tra le quali il monumento Veggetti (1963), sempre dedicato al tema del lavoro. A San Venanzio di Galliera (Bo) esegue nel 1964 il monumento ai Partigiani.

Sara Benuzzi, Gennaio 2014