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Monumento Magnani

1902 ca.

Schede

La carriera artistica di Tullo Golfarelli è costellata di impegni pubblici e privati tra i quali meritano menzione i molteplici monumenti che realizzò per i cimiteri emiliano-romagnoli e, in questo caso, per la Certosa di Bologna.

La scultura che realizzò per la famiglia Magnani nella Galleria annessa al Chiostro VI della Certosa di Bologna, pur non essendo tra le opere più note, risulta un pregevole esempio della sua produzione funeraria in Certosa. In questo caso lo scultore modellò un angelo di grandi dimensioni distinguibile per le vesti ricche e il panneggio molto movimentato, nel quale dimostra di aver accolto i dettami stilistici del gusto simbolista e liberty esattamente come si riscontra nei sepolcri Cillario e Gancia presenti nel Chiostro Maggiore di Levante.

Allo stesso tempo, spiccano i lineamenti del volto volutamente accentuati e “scavati”, espediente già sperimentato da Golfarelli in altre statue ma qui fortemente accentuata, probabilmente in funzione della nicchiaove venne collocata la statua, scarsamente illuminata. Sebbene non sia presente una firma autografa che attribuisca con certezza assoluta la scultura al Golfarelli, l’assegnazione sembra confermata anche dalla chioma fluente che ricopre le ali dell’angelo e che rappresenta essa stessa una sorta di firma del nostro Maestro in tante sue opere, come ad esempio nell’angelo del Monumento Silvestri nel Cimitero di Ascoli Piceno o nelle due figure della Cella Cillario alla Certosa.

Ugualmente, anche l’assenza di una data apposta sulla stessa non ha reso possibile, ad oggi, una datazione sicura. Relativamente alla committenza, stando alla documentazione cimiteriale pervenuta, il sepolcro fu acquistato il 25 novembre 1902 da Umberto Magnani (1868 - 1918).

Composto da «quattro nicchie sotterranee con luogo per monumento», al suo interno riposano ancora oggi il citato Magnani, i genitori Luigi Magnani e Maria Annunziata Baroni e la prima moglie Bianca Fabbri, assieme alla salma di Ario Contaldo tumulato per “concessione di favore” nel 1956 su richiesta della seconda moglie Marcellina Moruzzi e dei figli Luigi e Marco Magnani.

L’assenza delle salme degli eredi e della vedova all’interno del sepolcro, assieme alle limitate informazioni pervenute sugli stessi, hanno portato ad ipotizzare un loro allontanamento dalla città di Bologna e un possibile spostamento verso Milano, città ove lo stesso Umberto morì e dalla quale giunse la sua salma prima della tumulazione definitiva nel sepolcro esaminato.

Emanuela Lamborghini