Monumento di Olimpia Spada

Monumento di Olimpia Spada

1821 ca.

Scheda

Assai sobria e raffinata nell'impianto generale e nella decorazione, il Monumento ad Olimpia Spada è opera eseguita verso il 1821 dallo scultore Luigi Roncagli seguendo il progetto architettonico di Vincenzo Vannini. Pur realizzata nel pieno della Restaurazione pontificia, l'opera è ancora intrisa del senso laico presente nei monumenti eseguiti tra 1801 e 1815 durante l'epoca giacobina, tanto che non vi appare alcun cenno evidente alla religione cristiana.
Collocato entro un'arcata del portico sud del Chiostro Maggiore, è composto da un alto basamento su cui poggia un sarcofago posto su una ulteriore base e sormontato da una Allegoria della Speranza a tutto tondo. L'arco che contiene l'opera è sottolineato da semplici ma raffinate partiture architettoniche che accolgono nella parte superiore una lunetta in cui due putti dolenti in bassorilievo reggono lo stemma Grati - Spada.
Il monumento vede il suo fulcro nella delicata allegoria stesa sul sarcofago. La figura femminile, panneggiata all'antica, regge una grande Ancora, che nel presente caso assume una duplice valenza simbolica, sia di fermezza nella fede, sia di speranza. Questo aspetto viene ulteriormente sottolineato dalle decorazioni presenti sul sarcofago: nel fronte le torce rovesciate, simbolo della vita terrena che si spegne; nei lati le lucerne, allegorie dell'illuminazione divina e della comunicazione tra il mondo terrestre e quello dell'oltretomba.
La lapide posta sul fronte del sarcofago così recita: CINERIBVS ET MEMORIAE / OLYMPIADIS MVTII MARCH SEN F SPADAE / CLARISSIMAE FEMINAE / CONVGI O CAMILLI GRATI COM / QVAE VIX A LXI DES POSTR ID APR A MDCCCXX / ET IOSEPHI GRATI COM FILII EIVS / QVI POST A II M VI D XX MATREM SVBSEQVVTVS EST / QVVM EGISSET ANNOS XXXVIIII / ANIMAS OPTIMAS PIENTISSIMAS HONORANS F C

Sono molto scarse le notizie a stampa di questo monumento, tanto che è solo la Guida della Certosa edita da Giovanni Zecchi nel 1825 che ce ne dà un breve descrizione: Monumento eretto ad Olimpia Spada figliuola di Muzio marchese e senatore, e moglie del conte Camillo Grati, vissuta anni 61. e morta li 14. Aprile 1820; ed al di lei figliuolo Giuseppe Grati morto due anni e sei mesi dopo la madre in età di anni 39. Fu inventato dal dott. Vincenzo Vannini, ed eseguito dallo scultore Luigi Roncagli per ordine del conte Antonio Grati, che volle così onorare le ceneri della madre e del fratello.

L'autore ci consegna anche una incisione che la riproduce nella sua interezza. Nella sostanza lo Zecchi riporta le notizie presenti nell'epigrafe segnalandoci però gli autori, di cui diversamente ne saremmo totalmente ignari, in quanto ad oggi dagli archivi cittadini non è ancora emerso nessun documento che ne attesti l'esecuzione e paternità.
Il recente recupero ha letteralmente svelato una delle opere più raffinate del gusto neoclassico bolognese presenti in Certosa. L'intervento ha visto il rifacimento quasi totale delle partiture architettoniche fino ad una altezza di 2.50 circa ma ha consentito il ritrovamento delle decorazioni del sarcofago e soprattutto della grande ancora lignea, che ancora conserva parte delle doratura originale. Similmente ad altri monumenti neoclassici della Certosa, la delicata cromia è utilizzata per sottolineare le diverse parti che lo compongono. Un rilievo può essere fatto per la bellissima acconciatura della Speranza, in quanto pare una citazione delle medesime soluzioni proposte dal più noto Giovanni Putti in altri monumenti del Cimitero, e che quindi saranno serviti da ispirazione per Luigi Roncagli.

Roberto Martorelli

Dicembre 2013

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