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Ferruccio Montevecchi

28 dicembre 1927 - [?]

Scheda

Ferruccio Montevecchi, da Claudio e Laura Pirazzoli; nato il 28 dicembre 1927 a Imola; ivi residente nel 1943. Studente Istituto tecnico-industriale.
Il padre, pur non rivelandogli, durante la sua adolescenza la sua appartenenza al PCI, contribuì alla sua formazione consentendogli di «rovistare» fra i suoi libri ed inculcandogli uno spirito critico. La lettura di Lotte civili di E. De Amicis sollecitò il suo interesse alle tematiche sociali e gli insinuò i primi dubbi e, poi, la rottura con la cultura fascista impartitagli a scuola.
La sua fu dunque una graduale maturazione politica che lo portò «senza accorgesene» ad aderire al PCI.
L'adesione alla lotta di liberazione, nonostante la sua giovane età, fu una scelta consapevole, per cui accettò spontaneamente dopo l’8 settembre 1943 di partecipare insieme con altri giovani imolesi, tra cui Giovanni Nardi, alla raccolta delle armi e munizioni per il movimento partigiano.
Successivamente fu addetto al recapito della stampa clandestina a casa di Guido Gualandi e dalla primavera 1944 presso altri centri di smistamento.
Costituitasi la brigata SAP Imola, militò nel battaglione Città, poi Rocco Marabini, con compiti di diffusione della stampa clandestina e di trasporto delle armi. Il 25 maggio 1944, scoperto dalla polizia fascista il centro di raccolta della stampa, ubicato presso il negozio della madre, riuscì a sfuggire alla cattura perché avvertito per tempo dai compagni.
Raggiunta la casa di contadini amici a Piovego di Sopra (Borgo Tossignano) vi rimase fino all'agosto 1944 operando con i partigiani del battaglione Montano della brigata SAP Imola.
Sul finire dell'agosto 1944 venne trasferito a Pieve di Sant'Andrea (Casalfiumanese) dove rimase fino alla fine del settembre 1944 lavorando insieme con i partigiani della zona.
Dopo l'eccidio di Sassoleone (Casalfiumanese) nell'ottobre rientrò a Imola. Ripresi i contatti con i compagni della brigata SAP Imola fu nominato caposquadra del battaglione Città comandato da Amedeo Darchini.
Nel gennaio 1945 venne assunto come inserviente della biblioteca comunale di Imola, che gli consentì di usufruire di regolare permesso di circolazione per continuare a svolgere il suo lavoro di distribuzione della stampa e di trasporto di munizioni.
Tuttavia non riuscì ad eludere totalmente la sorveglianza della polizia fascista. A metà marzo 1945 venne rinchiuso nel carcere di Imola per accertamenti. Fu liberato dopo quindici giorni perché, durante gli interrogatori, con l'aiuto e in accordo con i compagni, negò ogni sua appartenenza al movimento resistenziale. Liberato, fu costretto di nuovo alla clandestinità fino al 12 aprile 1945 quando gli venne comunicato di radunare i suoi uomini per partecipare all'imminente insurrezione della città.
Il 14 aprile 1945 partecipò alla liberazione di Imola occupando la Rocca.
Riconosciuto partigiano nella 36a brigata Bianconcini Garibaldi dal 3 gennaio 1944 al 14 aprile 1945. [AQ] Testimonianza in RB5. Ha pubblicato: La stampa clandestina imolese durante la guerra di Liberazione, in "Sabato sera", Imola, 1945; Ca di Guzzo, Bologna, 1968; La battaglia di Purocielo, Imola, 1980; La difficile alleanza, in Imola medaglia d'oro, Imola, 1985; La strada per Imola: alleati, tedeschi e partigiani sulla linea Gotica. SettembreOttobre 1944, Imola, 1994.