Salta al contenuto principale Skip to footer content

Umberto Crisalidi, commissario politico della Stella Rossa

Schede

Da giorni lungo la strada Val di Setta avevamo notato un gran movimento di forze armate tedesche messe in agitazione dalla crescente infiltrazione delle truppe alleate che già premevano dalla Futa e da Castiglione de’ Pepoli. I nostri timori, poi confermati dai fatti, ci facevano pensare che i tedeschi avessero bisogno di attestarsi su Monte Sole nel tentativo di frenare l’avanzata alleata nei versanti dei fiumi Setta e Reno. Già il 26 settembre avevamo ricevuto informazione dalle nostre staffette dislocate nei casolari e nelle borgate lungo la Val di Setta, sul movimento delle truppe tedesche di stanza a Monzuno, Vado, Grizzana e Marzabotto e di alcune avanguardie di paracadutisti prima di stanza sul fronte toscano.
Dal 26 al 28 settembre, nonostante che il Lupo e il comando della “Stella Rossa” fossero contrari al raggrupparsi eccessivo di civili attorno ai reparti combattenti, molte decine di famiglie cominciarono ad abbandonare le loro case portando con sé l’indispensabile, risalendo la montagna per unirsi ai partigiani. Il Lupo diede ordine a tutti i comandanti di battaglione e di compagnia di predisporre uomini e mezzi per fare fronte ad ogni evenienza, non ultima quella di resistere ad ogni costo sulle creste di Monte Salvaro e Monte Sole per non essere ributtati a valle unitamente ai civili.
La notte fra il 28 e il 29 settembre già eravamo convinti dell’imminente scontro e perciò, nonostante il cattivo tempo ed il persistere di una scrosciante pioggia, le sentinelle appostate in cima ai monti ed a valle dei nostri accampamenti non furono ritirate, proprio perché vigilassero sui movimenti tedeschi. All’alba del 29 settembre ebbe inizio l’attacco contro la “Stella Rossa” e, simultaneamente, l’inizio dell’eccidio in massa della popolazione di Marzabotto e Vado. La battaglia cominciò alle 5 del mattino del 29 settembre: i partigiani e i civili erano già in allarme. Alla stessa ora, da più parti (Gardeletta, Quercia, Pian di Setta e altre borgate), coordinate dal comando del maggiore delle SS Walter Reder, si mossero le truppe tedesche (…) dal mattino non avevamo avuto notizia del Lupo e certo non l’avremmo più visto. Mario Musolesi era morto in combattimento, a Cadotto, dove il comando fu accerchiato.
[RB3]
Note
3