Linea Gotica

Linea Gotica

Scheda

Linea Gotica. Nell’autunno-inverno 1943-44 il comando tedesco in Italia preparò un piano di difesa per rallentare l’avanzata degli anglo-americani dal sud verso il nord. Punti di forza del piano erano due linee fortificate: la Gustav, all’altezza dei fiumi Garigliano e Rapido, e la Verde, più nota come la linea Gotica, che andava dal fiume Magra, tra Le Spezia e Massa Carrara, a Pesaro. Tra le due, vi erano numerose linee minori. La Gotica era lunga 320 chilometri e sfruttava le asperità dell'Appennino tosco-emiliano. Lungo il tracciato erano stati piazzati 479 cannoni, 2.375 mitragliatrici, 100 mila mine, circa 4.000 casematte e 16 mila postazioni per cecchini. Erano stati stesi centinaia di chilometri di filo spinato e scavate innumerevoli trincee anticarro. Chiamata Gotica nell'aprile 1944, fu ribattezzata Linea verde in giugno. Ma fu sempre chiamata Gotica. Subito dopo la liberazione di Firenze, ai primi d'agosto 1944, il comando alleato decise di attuare l'Operazione olive, il cui obiettivo era lo sfondamento della Gotica.
La campagna militare alleata era condizionata dal grave contrasto tra i governi inglese e americano. Il primo riteneva che si dovesse risalire velocemente la penisola per puntare, lungo la direttrice Trieste-Lubiana, alla liberazione dell'Austria e dell'Ungheria, per impedire all'Armata rossa di dilagare nell'area danubiana. Gli americani ritenevano che lo sforzo principale dovesse essere fatto in Francia, ignorando o quasi l'Italia. Essendo prevalsa la tesi americana, nell'estate 1944 molte divisioni furono sottratte al fronte italiano e inviate in Francia per l'Operazione Anvil, che prevedeva lo sbarco tra Cannes e Hyéres. Altre divisioni furono inviate in Grecia per soffocare l'insurrezione dei partigiani dell'ELAS. Le divisioni alleate rimaste in Italia non erano sufficienti per compiere un'operazione in grande stile contro la Gotica, perché pari se non inferiori a quelle tedesche. A ciò si aggiunga il contrasto insanabile tra i generali americani e inglesi. Avevano concezioni tattiche e strategiche diverse e - com'era avvenuto per la liberazione di Roma in giugno - ricercavano successi personali, per motivi di prestigio.
L'attacco alla Gotica prevedeva uno sforzo al centro dell'Appennino lungo le direttrici Prato-Bologna e Firenze-Imola da parte della 5a Armata americana e della VIII Armate inglese, alla quale erano stati aggregati reparti canadesi, neozelandesi, australiani, sudafricani, indiani, polacchi, greci, israeliani ed altri ancora. Con divise e armamento inglese, davanti alla Gotica erano schierati anche i Gruppi di combattimento italiani. Alla vigilia dell'attacco fu deciso di spostare l'VIII britannica sul litorale adriatico e di cominciare lì l'offensiva. Partiti all'attacco di Pesaro il 26 agosto 1944, gli inglesi arrivarono a Rimini il 21 settembre, dopo avere subìto perdite rilevanti. Ai primi di settembre gli americani sferrarono un colpo lungo la statale della Futa e, dopo avere superato la prima linea nemica, spostarono lo sforzo lungo la direttrice Firenze-Imola, il punto più debole della Gotica. Quando, a metà settembre, gli americani occuparono Monte Battaglia - con la collaborazione determinante dei partigiani, che lo avevano preso e tenuto per giorni - la strada per Imola sembrava aperta. Operando un ulteriore sforzo in quella direzione sarebbero potuti arrivare alla via Emilia e prendere alle spalle i tedeschi che, a Rimini, bloccavano agli inglesi l'accesso alla Valle Padana. Inspiegabilmente - così com’era avvenuto qualche mese prima, quando avevano preferito occupare Roma, anziché accerchiare il grosso dell'esercito tedesco a Valmontone - interruppero la mossa aggirante, cambiarono direttrice di marcia e puntarono su Bologna lungo la Futa.
La Gotica cedette sotto la spinta americana e, uno dopo l'altro, furono liberati i centri principali lungo la Futa. Nella discesa verso Bologna la spinta americana - anche perché i tedeschi avevano ricevuto consistenti rinforzi - si affievolì lentamente, per mancanza di rimpiazzi e materiali, come scrisse nelle memorie il generale Mark W. Clark, comandante della 5a Armata. A metà ottobre, l'avanguardia americana si fermò davanti al "muro" di Livergnano (Pianoro), ad una ventina di chilometri da Bologna. La Gotica era stata sfondata, ma l'obiettivo minimo dell'offensiva - la città di Bologna, mentre quello massimo era il Po - non fu raggiunto.
La decisione di interrompere lo sforzo bellico per raggiungere Bologna fu presa il 27 ottobre congiuntamente dai comandanti della 5a armata americana e dell'VIII inglese. Dopo l'arresto degli americani, gli inglesi proseguirono sempre più lentamente lungo le vie Emilia e Adriatica, liberando Cesena (FO), Forlì e Ravenna. Alla fine dell'anno si fermarono davanti all'argine destro del Senio. La linea del fronte, formatasi casualmente, fu chiamata Gengis Khan. [Nazario Sauro Onofri]

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Paolo Antolini, La funzione delle trincee. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.