Monterenzio, (BO)

Monterenzio, (BO)

1943 | 1945

Scheda

Dopo l'8 settembre, anche a Monterenzio, a seguito degli indirizzi diffusi dall'organizzazione comunista provinciale, nel corso delle animate giornate post-armistizio, venne dato l'assalto all'ammasso del grano (v. Bologna). Renata Viganò, raccolse testimonianze sulla partecipazione di Edera Francesca De Giovanni a tale prima "rivolta" contro i nazifascisti, che tradusse in queste righe: "insieme al babbo distribuì alle famiglie il grano del mulino: "Meglio mangiarlo noi piuttosto che lo portino via i tedeschi" - diceva. E il giorno dopo organizzò un gruppo di antifascisti, quelli del paese e altri sfollati da Bologna. Andarono alla caserma dei carabinieri, fecero tanto che persuasero il maresciallo a dare alla popolazione il frumento dell'ammasso. Così tedeschi e repubblichini in arrivo non ne trovarono a Monterenzio neppure un chicco". Edera Francesca, cresciuta in ambiente antifascista, già prima del crollo del fascismo venne carcerata per 20 giorni a Bologna (dove prestava servizio presso una facoltosa famiglia) avendo pubblicamente insultato, per ragioni politiche, un gerarca monterenziese. Si unì poi ad un gruppo partigiano costituito dal suo compagno, da uno zio e da antifascisti sfollati a Monterenzio. Di questo gruppo - che aveva poco tempo prima operato il taglio del cavo telefonico che collegava Roma al Brennero e a Berlino - Edera e il suo compagno Egon Brass, Ettore Zamboni, Enrico Foscardi, Attilio Diolaiti e Ferdinando Grilli (Dizionario) furono catturati in seguito ad una delazione, durante un'azione di prelevamento di armi, compiuta nel centro di Bologna il 30 marzo 1944. Dopo interrogatori e torture, il 1° aprile tutti e sei vennero fucilati contro il muro di cinta del Cimitero monumentale del capoluogo, in via della Certosa. Al momento dell'esecuzione, Edera, poco più che ventenne, si volse con scherno agli ufficiali ed ai militi fascisti esclamando: "Tremate. Anche una ragazza vi fa paura!".

Sul territorio monterenziese agirono in tempi diversi e contemporaneamente, tre Brigate partigiane, la 62a, la 66a e la 36a nelle quali militarono gli antifascisti locali. Le azioni compiute dai partigiani, quali disarmi di tedeschi e di fascisti, recuperi di armi, catture o punizioni di fascisti, ecc. furono numerosissime dentro ed oltre i confini comunali. Le più rilevanti furono quelle che ricordiamo qui di seguito. Il 13 giugno 1944 a Borgo Bisano vi fu uno scontro con pattuglie tedesche e fasciste, che provocò un ferito. A Monterenzio il 15 luglio 1944 furono sorpresi e disarmati i militi della caserma della GNR. Il 22 successivo nel capoluogo venne disarmato un soldato tedesco. Il 28 una caserma dei carabinieri, nella zona di Monterenzio, venne disarmata da una pattuglia della 36a Brigata. Nel capoluogo il 10 settembre i partigiani attaccarono una pattuglia tedesca provocando diversi morti e cinque giorni dopo recuperarono alcune armi tedesche. Il 16 seguente un gruppo di uomini della 62a Brigata occupò per tutto il pomeriggio il passo di Sassonero, promuovendo un incontro fraterno con la popolazione del luogo. Intanto un gruppo di partigiani assaltò il Presidio tedesco di Bisano intimando ai militari la resa. I tedeschi risposero al fuoco e quindi s'accese un combattimento nel corso del quale tutte le forze commilitoni della zona intervennero a difesa dei militari del Presidio. Dopo molto tempo i partigiani si ritirarono senza perdite. A Monterenzio, il 22 settembre, forze della 36a Brigata attaccarono un gruppo di tedeschi, che ebbero diverse perdite e tre giorni dopo, sempre nel capoluogo, ne sorpresero e disarmarono tre.
Il 27 successivo a Monterenzio fu resa inservibile una camionetta tedesca. A Selva Bisano il giorno 28 ed a Monterenzio il 30, i partigiani respinsero due attacchi di pattuglie tedesche provocando loro rilevanti perdite. Monterenzio fu liberato il 10 ottobre 1944.
Guerrino De Giovanni (classe 1916), partigiano comunista, dal 6 novembre 1944 fu nominato sindaco provvisorio dall'AMG, in sostituzione di Anastasio Magnani. Il sindaco-partigiano adottò i provvedimenti più necessari ed urgenti imposti dalla situazione del paese, nell'immediata retrovia del fronte, ma attese anche a funzioni più consuete e celebrò perfino matrimoni civili. Quattro mesi dopo aver accettato quell'oneroso incarico, tornò a riprendere le armi arruolandosi nel Gruppo di combattimento "Cremona" per partecipare all'ultima battaglia per la cacciata dei tedeschi dall'Italia e fu sul fronte del fiume Reno nel ravennate. A sostituirlo venne nominato a sindaco, sempre dall'AMG, il dottor Francesco Bellini che restò in carica sino alla fine del luglio 1945. De Giovanni riebbe ancora il mandato di sindaco nell'agosto 1945 e lo mantenne fino alle prime elezioni amministrative libere dopo il fascismo che si svolsero nella primavera del 1946. Le truppe alleate sostarono per l'intero inverno 1944-45 nel territorio comunale. Un segno indelebile della loro presenza resta a Monte Jano dove sono state scolpite nella roccia da soldati americani le figure di una donna e di un bambino, sicuramente sull'onda della nostalgia delle spose e dei figli, lasciati oltre l'Atlantico per venire ad abbattere in Europa il nazifascismo.

Fonte: L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998  

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 “RACCONTARE INSIEME LA STORIA: memorie della Liberazione d’Italia
“RACCONTARE INSIEME LA STORIA: memorie della Liberazione d’Italia"

Intervista di Giada Pagani;
intervistati: Idalgo Monti, Graziana Monti, Ornella Boschi (cognata di Edera de Giovanni) MariaTeresa Corvinelli (racconta della Liberazione a Bologna) e Loredana De Giovanni (sorella di Edera e figlia di Guerrino De Giovanni) ;
riprese di Ivan Mantovani;
montaggio ed altri accorgimenti tecnici di Giulio Colli

70° della liberazione di Monterenzio
70° della liberazione di Monterenzio

Intervista di Giada Pagani
Intervistati: Idalgo Monti, Graziana Monti, Ornella Boschi (cognata di Edera de Giovanni) MariaTeresa Corvinelli (racconta della Liberazione a Bologna) e Loredana De Giovanni (sorella di Edera e figlia di Guerrino De Giovanni)
Riprese di Ivan Mantovani -montaggio ed altri accorgimenti tecnici di Giulio Colli

Documenti
Antifascismo e lotta di Liberazione
Tipo: PDF Dimensione: 17.01 Mb

Luigi Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel bolognese Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998

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