Montanari Antonio

Montanari Antonio

14 Ottobre 1811 - 7 Aprile 1898

Note sintetiche

Scheda

Nato a Meldola il 14 ottobre 1811, ivi morto il 7 aprile 1898, Antonio Montanari fu scrittore politico, deputato a Roma (1848) ed all’assemblea delle Romagne (1859) e senatore del Regno (1860) mostrò notevole attività sino a 86 anni compiuti. A Bologna, fu scolaro di Paolo Costa e strinse amicizia con i giovani liberali di quella scuola, cioè con Minghetti, con Audinot, con Berti Pichat; e fondarono il giornale, il Felsineo, dove scrisse di economia e di storia, con articoli che meritarono l’attenzione di L.C. Farini. Fu nominato allora professore di storia all’università.

Proclamato nel 1848 lo statuto di Pio IX, fu eletto deputato all’assemblea a Roma, e prese parte ai lavori legislativi; vi si fece notare e fu nominato ministro dell’ Agricoltura e Commercio con Pellegrino Rossi. Scrisse sulle casse di Risparmio e gli asili infantili. Dopo l’eccidio del Rossi andò a Gaeta con Rosmini ed altri colleghi da Pio IX, ma se ne ritornò fedele alle idee liberali. Il Saffi e Farini lo lodarono nelle loro storie. Poté poi riavere la cattedra diventata di filosofia e della storia e pubblicò un corso di lezioni, ristampate da Zanichelli nel 1900. Nel 1859 fu parte attiva del movimento patriottico delle Romagne, e con Cipriani Lionetto, governatore, fu chiamato al ministero dell’Interno, poi col Farini dittatore ebbe l’interim dell’Istruzione e fu autore di riforme amministrative e scolastiche. Furono pubblicati, dopo morto, nel 1898 a Meldola in un volume, suoi articoli sulle scuole. Fatta l’annessione, fermamente voluta dal Farini, subito fu onorato con altri a Torino, nella commissione che al Re presentava il plebiscito solenne e venne nominato senatore del Regno nel marzo 1860 e reggente l'università di Bologna, ufficio che tenne dal 1859 al 1857. A Torino al senato parlò nobilmente sull’annessione delle Romagne e per altre questioni politiche. Suo ultimo discorso fu del 1871 al senato, per la legge delle guarentigie. Fu moderato liberale, ma con fiamma di italianità sempre viva. Nel 1850 scrisse al Farini una lunga nota per rettificare cose dette nel 1° volume della storia dello statuto romano, stampato nel 1850: la nota fu stampata da Rava.
Dopo il 1877 si ritirò a Meldola e si occupò di cose locali, onorato dai cittadini.

Testo tratto da: L. Rava, in Dizionario del Risorgimento Nazionale, vol III, Milano, 1933. Trascrizione a cura di Laura Stanzani.

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