Modell Elisabeth

4 Settembre 1820 - 5 Ottobre 1865

Note sintetiche

Scheda

Elisabeth Modell (Vienna 4 settembre 1820 – 5 ottobre 1865). Figlia di un ricco cittadino viennese, sin dalla prima giovinezza Elise mostrò un grande istinto creativo. A soli quattro anni iniziò a disegnare senza aver ricevuto lezioni e all’età di sette anni andò alla scuola per fanciulle di Windhag, dove risultò una migliori allieve. Usò i piccoli regali ricevuti dal padre per acquistare immagini e colori e cominciò a dipingere, copiando modelli o dipinti. Sempre da autodidatta provò anche a dipingere a olio, con discreti risultati. Casualmente e fortunatamente un giovane pittore si trasferì nella casa dove Elise viveva con i suoi genitori, fornendole così un insegnante.

Dopo un po’ di tempo e sotto la sua guida, Elisa cominciò a conoscere le tecniche giuste e produsse anche alcuni dipinti ad olio, giudicati di buona qualità. Il giovane pittore comunicò allora al padre di Elise che il suo insegnamento non era più sufficiente rispetto al talento mostrato dalla figlia, che avrebbe avuto bisogno di una guida più professionale e gli suggerì di rivolgersi al pittore Peter Fendi. Ma a questo punto Elise fu “abbandonata a se stessa” perché una ragazza non poteva frequentare l’Accademia di Belle Arti e comunque il padre pensava che una donna fosse più adatta ad essere educata per diventare una buona “padrona di casa”. Per lunghi mesi poi Elise fu colpita da una grave malattia del viso e degli occhi, che la costrinse a smettere di dipingere. Fu solo nel 1835, durante un soggiorno estivo a Baden, che incontrò il pittore Heinrich Zimmermann e suo padre cedette allora alle insistenti richieste di prendere lezioni da lui. Nel circolo di Zimmermann Elise conobbe anche altri artisti. Le lezioni di Zimmermann durarono solo pochi mesi, dal momento che l’artista si stava trasferendo a Parigi, ma Elise aveva fatto così tanti progressi che era ormai in grado di continuare i suoi studi anche da sola, copiando i grandi maestri con precisione. La morte della madre di Elise nel 1840 provocò grandi cambiamenti nella vita familiare. In quello stesso periodo Elise conobbe il pittore Friedrich Schilcher, sotto la cui guida potè continuare i suoi studi. Il padre iniziò a soffrire dopo la morte della madre, ma si riprese bene, fino all’estate del 1842, quando morì. Elise rimase così sola con la sorella maggiore, ma con una discreta eredità che permise ad entrambe di condurre un'esistenza spensierata. La sua casa divenne presto il luogo di ritrovo di uomini di cultura, tra cui il poeta Löhner; Ludw. Aug. Frankl; il dott. A. Beck, Friedrich Hebbel; Franz Fritsch e strinse amicizia con la poetessa Elise Schmidt. Un viaggio attraverso la Germania, che intraprese nel 1846 con la sorella maggiore, e in cui visitò le più grandi città tedesche fino al nord, lungo il Reno, allargò notevolmente l'orizzonte artistico e culturale di Elisa.

Al rientro la sorella sposò un italiano dell'Alto Adige, causando una svolta non positiva nella vita di Elisa. Poco dopo il matrimonio, infatti, il cognato perse gran parte della fortuna familiare a causa di cattive speculazioni e del tumulto del 1848. La pittura divenne allora per Elisa non più solo un piacevole passatempo, ma una necessità. Riuscì infatti a vendere alcune immagini di genere e a ottenere l’incarico di dipingere il primo ritratto dell’Imperatore appena salito al trono, il che la cominciò a far conoscere come ritrattista. Gli ordini cominciarono allora ad accumularsi: dipingeva ritratti a grandezza naturale dell'imperatore per le case parrocchiali di Leopoldstadt e Wieden, e da altre città. Un nobile polacco, il conte Ledochowsky, che nel suo castello di Gorkij nella Polonia russa voleva esporre i ritratti di tutti i suoi parenti a grandezza naturale e decorare il suo palazzo con copie di immagini di buoni maestri, le affidò l’incarico di farsi il ritratto. Così, il suo nome divenne sempre più popolare, e fu in grado di mantenere la sorella e i nipoti. Inoltre, aveva da tempo cercato di risparmiare per fare un viaggio in Italia, viaggio che intraprese nel 1855 attraverso il Salzkammergut e il Tirolo. A Trento si fermò per alcuni giorni nella casa di suo cognato, dove dipinse il ritratto di un amico di famiglia. Il dipinto era così bello che ricevette molti altri ordini, tanto da “costringerla” ad allungare il soggiorno. In sette mesi finì per dipingere una cinquantina di dipinti a grandezza naturale e ricevette l’ordine di fare un quadro della Madonna per l'altare maggiore della cattedrale di Trento. Ma questa faticosa attività fu gravida di conseguenze. Dovette infatti imporsi un lungo riposo prima di poter iniziare il suo viaggio di ritorno da Milano e Venezia a Vienna, dove arrivò alla fine del 1856.

Il cognato decise poi di trasferirsi a Genova, ed Elisa accettò di recarsi solo per le insistenze della sorella. Un soggiorno che non fu piacevole: gli austriaci non erano molto ben visti in questa parte d'Italia, per i preparativi per la guerra. Fu dunque un periodo molto duro per Elisa, anche a causa anche delle difficoltà economiche del cognato. Decise allora di rientrare a Vienna nel 1859, ma prima si fermò nuovamente a Trento, senza riuscire però ad ottenere molti incarichi anche a causa della guerra. Dopo aver dipinto alcuni ritratti e una pala d'altare per la chiesa di Valano, vicino a Rovereto, partì per Vienna, dove si trovavano già la i suoi figli. Nel marzo del 1860 Elise arrivò a Vienna e iniziò a dipingere la pala d’altare, le fu poi commissionato il ritratto dello scrittore russo Bagreef Speranski, che aveva conosciuto alcuni anni prima. Nonostante ciò cominciò per Elisa un periodo cupo, gli ordini divennero rari, mentre il bisogno di denaro della famiglia cresceva. In questa emergenza si rivolse a una amica, che viveva a Winterthur in Svizzera, che la invitò a raggiungerla, procurandole anche alcuni incarichi di lavoro. Ma i problemi di salute e soprattutto la malattia agli occhi ne tardarono la partenza. Potè partire solo nel novembre 1861. Questo ritardo le procurò tuttavia ingenti danni materiali perché al suo arrivo scoprì che molti dei suoi lavori erano stati completati da un altro pittore che era arrivato lì prima di lei. Tuttavia il lavoro non le mancò e produsse più di trenta dei suoi ritratti più grandi. Nell'autunno del 1862 tornò a Vienna, dove l'aspettavano nuove prove e sofferenze. Non c'erano quasi ordini e divenne completamente cieca. Trascorse un anno in questo stato, finché la morte non la liberò dalle sue sofferenze. Aveva 45 anni; fu sepolta nel cimitero di St. Marxer.

Si calcola che tra il 1839 e il 1863 completò circa 800 opere (soprattutto ritratti), oltre a molte immagini sacre e diverse copie di quadri famosi nella Galleria del Belvedere. Molti di questi ritratti furono ripetuti, alcuni anche tre volte, così come gran numero di copie del ritratto dell’imperatore, forse trenta, di varie dimensioni. Gran parte delle loro copie di quadri popolari di vecchi e nuovi maestri si trovano nel castello di Gorkij, appartenente al conte Giulio Ledochowski. Il lavoro riflette un talento deciso e grande diligenza, ma spesso, la necessità ha influito sulla pennellata.

Elena Musiani

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