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Medagliere di Paolo Mela

fine XIX sec.

Schede

Gruppo di due medaglie conservate in una cornice dorata di metallo, a due scomparti separati, in stile art noveau con fregi floreali agli angoli. Appartenne al muratore Paolo Mela (Bologna 1811-1890). Uno scomparto contiene la fotografia del Mela, ritratto con le due decorazioni appuntate alla giacca insieme a un nastro con la scritta ‘Delegato 8 agosto’; l’altro ospita le due medaglie fissate su un cartoncino verde: la Medaglia del Municipio per i combattenti superstiti dell’8 agosto (1885), e una grande medaglia in lega d’argento (1879) del diametro di cm 7,2, recante l’effigie di Umberto I e incisa sul retro con la dedica ‘A / PAOLO MELA / PATRIOTA / BENEMERITO / 1879’. La medaglia è stata montata in foggia militare con passante a stelo e sbocco rettangolare, per essere portata appesa a un nastro (qui mancante).

Si tratta di uno dei medaglieri più importanti fra quelli appartenenti alle collezioni del Museo del Risorgimento, per la presenza di un insolito riconoscimento ad hoc conferito al patriota da re Umberto I per un atto di coraggio compiuto durante l’8 agosto 1848. Quel giorno il Mela si prodigò, sotto il fuoco nemico, per chiudere i battenti di porta San Felice in faccia a una colonna austriaca che avanzava per entrare in città, episodio citato in diversi resoconti di testimoni oculari. La ‘ricompensa speciale’ è in realtà una medaglia generica, anche se di alta qualità, e prodotta certamente in numerosi esemplari. È del tipo di quelle destinate solitamente a ricompensare o ad attestare una vasta gamma di servizi resi a titolo civile: infatti era priva, in origine, di appicagnolo, e non concepita dunque per essere portata al petto, come suggeriscono anche le dimensioni e il notevole peso. I destinatari di simili riconoscimenti erano in genere ambasciatori, presidenti di associazioni, industriali, ministri e alti funzionari dello Stato. Tanto più insolita è dunque la scelta di questo tipo di medaglia per ricompensare un singolo atto di valore compiuto in faccia al nemico; c’è da pensare che se il Mela, anziché essere un semplice popolano, avesse indossato quel giorno almeno l’uniforme della Guardia Civica, avrebbe potuto ricevere dal nuovo Regno una Medaglia al Valore militare. 

Il patriota, o l’Associazione dei Superstiti per lui, provvide a fare saldare alla medaglia un robusto passante in metallo non nobile (l’accuratezza del lavoro sembra escludere un intervento fatto in casa) al fine di renderla portabile. L’oggetto è tuttavia talmente ingombrante che certamente veniva ‘indossato’ solo in cerimonie ufficiali, come suggerisce anche l’ottimo stato di conservazione. Non risulta che Paolo Mela abbia ricevuto la Medaglia commemorativa delle Guerre per l’Indipendenza, non avendo militato nei Corpi civici o di volontari riconosciuti ai sensi del decreto del 1865. Questo particolare ci fa riflettere sul fatto che – a parte riconoscimenti eccezionali come quello qui esposto – i popolani che parteciparono all’insurrezione senza rimanere feriti (e senza ricevere quindi la medaglietta istituita nel 1848 dal Comune) dovettero attendere ben 38 anni per ottenere la Medaglia Municipale destinata ai superstiti e, con essa, il primo riconoscimento ufficiale del loro antico patriottismo. Il conferimento a Paolo Mela della Medaglia del Municipio per i combattenti superstiti dell’8 agosto venne decretato il 25 maggio 1886, come risulta dai registri conservati presso il Museo del Risorgimento.

Medagliere di Paolo Mela, fine XIX sec. cm 22 x 27 inv. n. 2576.

Andrea Fontana

In collaborazione con IBC - Istituto per i beni culturali dell'Emilia Romagna.