Macedonia. La quota 1050

Macedonia. La quota 1050

Scheda

La partecipazione dell'Italia alla Grande Guerra non si limitò soltanto alle operazioni sul fronte italo-austriaco: fronti di guerra ci furono anche in Macedonia, in Asia ed in Francia. La spedizione di truppe italiane in Macedonia fu decisa nel luglio del 1916. Fu scelta la 35a divisione, comandata dal generale Petitti di Roreto e composta dalle brigate Sicilia e Cagliari, dallo squadrone di Cavalleggeri Lucca, di 8 batterie da montagna, tre compagnie di zappatori del genio, una di pontieri, una di telegrafisti, una di minatori e una di servizi. Il primo scaglione partì da Taranto l'8 agosto 1916 e sbarcò a Salonicco l'11 agosto, l'ultimo vi giunse il 19. L'offensiva ebbe inizio il 10 settembre 1916: gli avamposti della divisione italiana attaccarono i distaccamenti bulgari, che avevano di fronte, costringendoli alla ritirata; le divisioni inglesi e francesi collocate tra il lago di Doiran e il Vardar eseguirono azioni tattiche locali. Dalla metà di settembre alla metà d'ottobre l'offensiva alleata in Macedonia, sospesa quattro volte, fu ripresa altrettante volte (23 e 26 settembre, 6 e 14 ottobre), ma fallì sempre. Il 13 novembre la Cagliari entrò in linea sulla cresta dei monti Baba, a 2000 metri, dando il cambio alla 17a divisione francese; il 15 novembre, sempre ostacolata dal nemico e dalla tormenta, la brigata diede la scalata ai Baba Planina sloggiando i bulgaro-tedeschi che difendevano accanitamente le loro posizioni. Il 19 novembre gli italiani conquistarono il villaggio di Ostrec obbligando al ripiegamento il nemico, ed avanzando nei giorni successivi sui monti Kjeromarica, a nord-ovest di Monastir, e il 26 raggiunsero le quote 2220 e 2227. Finita l'offensiva, agli italiani fu assegnato il settore di Paralovo sui Selecka Planina, nell'ansa della Corna, "il più triste settore del fronte" macedone, comprendente la terribile quota 1050: iniziava la guerra di trincea anche sul fronte Macedone. Il tratto di fronte assegnato alla divisione italiana era particolarmente preso di mira dal nemico, che si accaniva contro le sue vecchie posizioni, specialmente contro quelle di quota 1050, con continui bombardamenti e con frequenti attacchi. Un attacco violentissimo, preceduto da un furioso bombardamento, fu sferrato il 12 febbraio 1917 dalle truppe germaniche, numericamente superiori e fornite di lanciafiamme. Gli attacchi e contrattacchi durarono per settimane, tanto che la sommità dell'altura di quota 1050, tenuta sotto un costante e violento fuoco delle opposte artiglierie, non poté essere rioccupata né dalle truppe italiane né da quelle tedesche. Intorno alla quota contesa, dopo le sanguinose giornate del febbraio, non vi fu mai pace; il fuoco delle artiglierie e delle mitragliatrici mieteva quotidianamente numerose vittime, le azioni di pattuglie e di piccoli nuclei erano frequentissime e non rare erano, da una parte e dall'altra, le operazioni compiute presso la martoriata cima con forze ragguardevoli.

Paolo Antolini

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Bibliografia
L’Armata Italiana in Macedonia 1916-1918
Rosselli A.
2005