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Amedeo Lipparini

13 dicembre 1881 - 29 aprile 1921

Scheda

Amedeo Lipparini, da Luigi e Assunta Baratta; nato il 13 dicembre 1881 a Bentivoglio. Mezzadro come i suoi genitori, divenne segretario della Lega coloni di Santa Maria in Duno (Bentivoglio) e animò la lotta della categoria nel primo dopoguerra. Fu componente del consiglio della cooperativa agricola locale.
Nelle elezioni amministrative del 26 settembre 1920 venne eletto consigliere comunale di Bentivoglio e il 12 dicembre dello stesso anno fu nominato assessore supplente.
Socialista da vecchia data, aderì alla frazione comunista già prima del congresso di fondazione del PCI.
La sera del 29 aprile 1921 circa una settantina di mezzadri aderenti alla Lega coloni si riunirono nella sede del circolo socialista dunese per discutere dell'applicazione del capitolato colonico conseguito a seguito della lunga lotta agraria del 1920 e duramente osteggiato dagli agrari.
Lipparini presiedeva la riunione alla quale partecipavano Roberto Pondrelli*, consulente della federazione provinciale dei lavoratori della terra e Celso Poli* della CCdL di Bologna.
Mentre la discussione ferveva, alle 22:15, una squadra di fascisti, provenienti da San Giorgio di Piano, assaltò la sede del circolo sparando sui coloni riuniti, spezzando e bruciando le suppellettili e sparando, ancora, sugli uomini sortiti dal locale. Mentre nove coloni restarono più o meno gravemente feriti, Lipparini, colpito mortalmente da colpi sparatigli alla schiena, si abbattè in mezzo ad un vicino campo di grano e cessò di vivere alle ore 23 per emorragia polmonare.
I fascisti responsabili della truce impresa vennero arrestati, interrogati e, alcuni di loro, rinviati a giudizio. Per alcuni la corte d'assise di Bologna deliberò di non dover procedere «per insufficienza di prove» e per i maggiori indiziati, il 14 gennaio 1923, la stessa corte accolse la proposta di proscioglimento avanzata dal procuratore generale, che giustificò l'assassinio e i vari ferimenti provocati dall'attacco fascista con le seguenti motivazioni: «fu determinata da un'azione dei fascisti [...] i quali irruppero, mano armata e travisati, nella sede del circolo socialista [...], ove aveva luogo una conferenza di carattere politico-sociale e per contrastare l'azione altrui sovvertitrice delle finalità fondamentali dell'attuale ordinamento sociale e deprimente del sentimento e delle idealità nazionali».
Fu il primo capolega contadino ucciso dagli squadristi nel bolognese.
Nel 1921, alla vigilia, durante e dopo le elezioni politiche del 15 maggio, cinque lavoratori e lavoratrici erano già stati uccisi nel corso di azioni squadristiche nel bolognese altri undici lo furono dopo l'assassinio di Lipparini. Sul luogo del delitto venne murata la seguente lapide: «XXIX. IV. MCMXXI / A Santa Maria di Duno / nel Circolo operaio / cadeva per mano di mascherati sicari / Amedeo Lipparini / d'anni 40. / Lavoratori / il sangue del fratello invendicato / sia infamia alla classe borghese / ammonimento al proletariato». Rimossa dai fascisti, nel quarantesimo anniversario della sua morte, nel corso di una manifestazione per ricordarne il sacrificio, la lapide (tenuta nascosta dai figli durante il ventennio fascista) venne collocata sulla facciata della nuova Casa del popolo di Santa Maria in Duno.
Il suo nome è stato dato a una strada di Bologna e a una di Bentivoglio. [AR]