Liuzzo e Mondino de' Liuzzi

Liuzzo e Mondino de' Liuzzi

lapide

Scheda

Sopra

VITA BREVIS ARS VERO LONGA
GLORIA NATUR(A)E MEDICA VIRTUTE LEUCI
CUIUS ERANT CUR(A)E MORIENTES RED(D)ERE LUCI
INVIDIA FATI RECUBAS IAM NOMEN ADEPTUS
COMPAR YPOCRATI SUBLIMI MARMORE SEPTUS.
ANNIS MILLENIS TER CENTUM BISQUE NOVENIS
DUM SOL TERDENIS AUGUSTUM TORQUET HABENIS

Sotto

S(EPULCRUM) MAG(IST)RO(R)U(M) LEU=
CII ET MONDINI
DE LE(U)CCIS ET
EO(R)U(M) HEREDUM

Chiesa dei SS. Vitale e Agricola, via San Vitale 46. Anno di posa non noto.

Traduzione

“La vita (è) breve, l’arte invero (è) lunga. Per la gloria innata e per la virtù medica di Liuzzo, che aveva la capacità di ridare vita ai morenti. Per l'invidia del fato giaci ormai racchiuso nel marmo, tu che hai raggiunto una fama pari a quella dell'illustre Ippocrate. Anno mille trecento e due novene (1318), mentre il sole ad agosto per trenta volte volge le redini (il 30 agosto)".

"Sepolcro dei maestri Liuzzo e Mondino de' Liuzzi e dei loro eredi”.

Nota:
L'epitaffio di Mondino de' Liuzzi è redatto in forma poetica: consta di sei esametri. L'iscrizione, oggi leggibile a fatica in alcuni punti, si trova trascritta in C. Ricci, Monumenti sepolcrali di lettori dello Studio bolognese, Bologna 1888, e in «Medical Library and Historical Journal» 4, 1906, p. 330, con traduzione in inglese. Qui si è cercato di rispecchiare più alla lettera il testo, anche nella resa poetica della data finale, che ricorda il mito del carro del sole.

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