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Lapide sepolcrale di Martino ostiario

lapide VII-VIII secolo

Schede

TRASCRIZIONE

+ MARTINI CLERI/CI ET OSTIARII ISTI/VS ECCLESIE COR/PVS HIC IN PACE REQVI/ESCIT SEPVLTVM. / QVEM CLAVIGER / PETRVS SOLVAT A CRI/MINIS NEXV. QUI / DIE MENSIS VI NOV(embris) / OBIIT INDIC(tione). IIII / [R]OGO VOS SACERDOTES VT / [OR]ETIS P(ro) ME PECCATORE

TRADUZIONE

Qui giace sepolto in pace il corpo di Martino, chierico e ostiario di questa chiesa. Che Pietro che tiene le chiavi lo liberi dal vincolo del peccato. Egli morì il sesto giorno del mese di novembre, nella quarta indizione. Supplico voi sacerdoti che preghiate per me peccatore.

Questa lapide secpolcrale è una straordinaria testimonianza della vita ecclesiastica altomedievale e una rarissima testimonianza epigrafica dell'epoca in ambito bolognese.

Variamente datata in un lasso di tempo tra il VI e l'VIII secolo o anche al IX secolo (ma più probabilmente è del VII-VIII secolo), questa piccola lapide è il pezzo più antico del lapidario. In passato fu messa in relazione con la chiesa dei Santi Naborre e Felice, ritenuta un tempo prima sede episcopale della città, ma il luogo del rinvenimento non è sufficientemente vicino da avvalorare questa ipotesi.

Il defunto era un ostiario, ovvero un membro di grado inferiore nella gerarchia ecclesiastica, il cui compito era la custodia delle porte e in generale il mantenimento dell'ordine nelle chiese.
Da notare il richiamo a Pietro claviger, cioè custode delle chiavi del Regno dei Cieli, e l'invocazione, scritta in caratteri più piccoli, diretta da Martino in prima persona ai sacerdoti di grado elevato perchè preghino per lui.

Descrizione tecnica

Calcare: cm. 38,5x25,5x12,5.

Iscrizione incisa in scrittura capitale: altezza delle lettere cm. 1,3 3 cm. 2,3.

Note

Inv. 3332.

La lapide proviene da uno scavo effettuato nel 1906 in via Sant'Isaia nn. 63-65. Fu consegnata al Museo Civico il 30 gennaio 1912, dono di mons. V. Bacchi.