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Irnerio

via Irnerio

Strada

Schede

Da via dell'Indipendenza a piazza di Porta San Donato.
Prima documentazione dell'odonimo: 1913.


Il piano regolatore del 1889 prevedeva l'apertura di nuove strade, prendendo a modello i bouelvard parigini, con il sacrificio della cinta muraria del XIII-XIV secolo. La zona settentrionale di Bologna compresa tra Porta Lame e Porta San Donato fu quella maggiormente interessata da questo piano regolatore.
In particolare era previsto:
un asse stradale che andava dalle mura nei paraggi del porto a Porta San Donato;
il prolungamento a nord del Borgo delle Casse oltre il Canale di Reno (si veda la scheda su via Guglielmo Marconi);
l'apertura di una nuova piazza su cui dovevano confluire il nuovo asse e il prolungamento del Borgo delle Casse.
La nuova piazza consiste nell'attuale piazza dei Martiri 1943-1945 (chiamata a suo tempo Piazza Umberto I). Il prolungamento del Borgo della Casse fu realizzato e successivamente allargato prendendo il nome prima di Via Principe Amedeo, poi di Via Roma per diventare nell'ultimo dopoguerra via Guglielmo Marconi.
L'asse realizzato comprende l'attuale via Don Giovanni Minzoni (inizialmente battezzata via del Mille), da viale Pietro Pietramellara a piazza dei Martiri 1943-1945, via dei Mille, da piazza dei Martiri 1943-1945 a via dell'Indipendenza e via Irnerio da via dell'Indipendenza a piazza di Porta San Donato.

Molte le vie scomparse con l'attuazione del pianto regolatore del 1889.

Con via Don Giovanni Minzoni scomparve
Vicolo Malacquisto;

con l'apertura di Piazza dei Martiri 1943-1945 scomparve
Via del Maglio;

con l'apertura di Via del Mille le vie scomparse furono
Vicolo del Giardino,
Pugliole di Sant'Elena

con l'apertura di Via Irnerio infine l'elenco delle scomparse è il seguente:
Vicolo di San Benedetto,
Buco di Gatto,
Vicolo Conca,
Vicolo delle Due Chiese,
Passo o Ponte del Gatto o delle Agucchie,
Borgo di San Marino,
Braina di San Donato.

Per quanto riguarda queste ultime:

Vicolo di San Benedetto
Questo vicolo metteva in comunicazione via Galliera con la via Casette di San Benedetto (assorbita in via dell'Indipendenza) e proseguiva fino ad arrivare ad una scalinata che saliva sulla Montagnola.
Il nome del vicolo faceva riferimento alla chiesa di San Benedetto, costeggiata dal vicolo sul lato meridionale.
Tale chiesa aveva il sagrato e la facciata su via Galliera. Quando fu aperta via dell’Indipendenza, facciata ed abside vennero invertite ed ora la chiesa di San Benedetto è tutt'ora esistente, ma ha la facciata su via dell’Indipendenza.
La riforma toponomastica del 1873/78 confermò il nome della via in Vicolo San Benedetto.

Buco di Gatto o Prato di Magone
Con Buco di Gatto si intendeva un breve stradello che dalla Piazza del Mercato (oggi piazza dell'Otto Agosto) andava in Berlina/Agocchie (oggi via del Pallone). In passato era chiuso da uno stretto portone, di proprietà dell'Arte della Lana. Quando il portone fu tolto, rimase l'arco che rendeva difficile il passaggio a più di una persona alla volta, il che diede origine all’odonimo Buco di Gatto con significato di passaggio stretto. Da notare che da buco di gatto deriva bugigattolo, cha ha lo stesso significato di passaggio stretto.
Ma il nome con cui questo stradello era maggiormente conosciuto era Prato di Magone (ufficializzato anche dalla riforma napoleonica).
Prato di o del Magone era propriamente lo spazio a nord del Buco di Gatto, spazio che poi fu occupato dal Gioco del Pallone (attuale Sferisterio).

Va segnalato che esisteva, contemporaneamente a questo, un altro Prato di Magone, che era nei pressi del Porto e della Salara.

Per quanto riguarda la derivazione di Magone, si potrebbe azzardare l'ipotesi di correlazione tra il significato popolare di magone (nodo alla gola, dispiacere) con il vicino Campo del Mercato, luogo di esecuzioni capitali e con l'ancor più vicina chiesa di San Giovanni Decollato (ora non più esistente, abbattuta per fare posto al Gioco del Pallone, attuale Sferisterio), dell'Arciconfraternita della Morte, e dell'annesso cimitero dove i condannati venivano seppelliti. Il Prato di Magone del Porto invece pare che derivi dal nome di un oste di nome Domenico Maria del fu Ercole del Giglio, detto Magone.

La riforma toponomastica del 1873-78 cambiò il nome di Prato di Magone in via del Pallone, per la vicinanza dell'edificio del Gioco del Pallone. Quando questo vicolo scomparve, con l'apertura di via Irnerio, il nome di via del Pallone fu assegnato all'attuale via del Pallone.

Via della Conca
La via della Conca era in realtà un vicolo che andava dal Borgo di San Pietro (oggi via del Borgo di San Pietro), di fronte al vicolo delle Due Chiese (non più esistente), di cui era la prosecuzione verso ovest e terminava in via Capo di Lucca, dopo avere passato l'Aposa.
Vi era un ponte, noto come Passo o Ponte del Gatto o delle Agucchie, che era la prosecuzione di via della Conca verso via Alessandrini.
Con la riforma toponomastica del 1873/78 il Passo o Ponte del Gatto o delle Agucchie venne incluso in via della Conca.
Il nome sembra di essere di nascita relativamente recente, essendo documentato solo a partire dal XIX secolo.
Nella cartografia seicentesca fu disegnato in maniera anonima, mentre in quella settecentesca veniva spesso accomunato con l’altrettanto scomparso vicolo delle Due Chiese con l'unico nome di Stradello. Via della Conca fu ufficializzata dalla riforma toponomastica del 1873-78.
Perché sia stato chiamato Conca non si sa. Si può solo formulare l'ipotesi che qui, vista la vicinanza del Canale delle Moline e dell'Aposa, vi fosse una vasca o conca di un lavatoio.

Vicolo delle Due Chiese
Questo vicolo, le cui tracce sono ancora visibili da via Mascarella, prese questo nome dalla Chiesa di Santa Maria della Mascarella e dalla Chiesa dei SS. Onofrio e Maddalena (già sede di confraternita ed ospedale dei Putti di Maddalena), avendo questo vicolo l'imbocco tra le due chiese, assai vicine: si dirigeva a ponente e finiva nel Borgo di San Pietro (via del Borgo di San Pietro). Il vicolo Conca era la sua prosecuzione naturale a ponente.
La riforma toponomastica del 1873/78 confermò il nome del vicolo in vicolo delle Due Chiese.

Questa denominazione è recente e non pare documentata prima del XIX secolo. Nella cartografia seicentesca il vicolo venne indicato come Ponte dell'Avesa, con ovvio significato, mentre in quella settecentesca venne indicato semplicemente come Stradello (si veda quanto scritto su via della Conca).

Passo o Ponte del Gatto o delle Agucchie.
Questa denominazione fu fissata durante la riforma toponomastica del 1873/78. Prima di allora si usava il semplice nome di Ponticello. In entrambe le denominazioni è evidente il riferimento al ponte che attraversava il Canale delle Moline e che diede il nome a questo breve stradello.
Questo ponte era assai stretto, per cui l'odonimo Passo o Ponte del Gatto appare più che giustificato (si veda anche quanto scritto poc’anzi a proposito di Buco del Gatto).

Borgo di San Marino
Il Borgo di San Marino da via Mascarella andava a levante, fino alle Case Nuove del Borgo della Paglia (attuale via Bertoloni), confluendo nella (scomparsa) Braina di San Donato che ne era in pratica la prosecuzione.
Il suo percorso coincide più o meno con il lato settentrionale dell'attuale tratto di via Irnerio da via Mascarella a via Bertoloni.
La denominazione è molto antica, attestata fino dal XIII secolo (Strata Burgus Sancti Marini).
Il nome di Borgo di San Marino resistette fino alla rivoluzione toponomastica del 1873/78, quando venne trasformato nella semplice via S.Marino per poi sparire definitivamente con l'apertura di Via Irnerio nel 1912.
Non esistette alcuna chiesa o oratorio o altro dedicato a San Marino in zona. A Bologna vi fu una chiesa di San Marino (ora ridotta ad autorimessa) nella via di Porta Nova, piuttosto lontana da qui.
Con probabilità il San Marino a cui faceva riferimento la via era il San Marino di Bentivoglio, raggiungibile uscendo dalla vicina Porta Mascarella.

Braina di San Donato
La Braina di San Donato era sostanzialmente la prosecuzione verso via Zamboni (già Strada San Donato) del Borgo di San Marino.
Va detto che nel 1809 un portone interruppe la comunicazione tra la Braina di San Donato ed il Borgo di San Marino, e ciò perchè l'Orto di Sant'Ignazio fu unito all'Orto della Viola per costituire l'Orto Botanico.
Braina di San Donato era già usato nel XVI secolo. Altri odonimi, meno usati, per questa via furono via degli Asini (presumibilmente perché abitata da asinari, coloro che usavano asini per il trasporto di beni) e via della Viola (per la vicina palazzina bentivolesca della Viola).
Braina, denominazione urbanistica piuttosto diffusa a Bologna fino alla riforma del 1873/78, deriva dal germanico breit (luogo aperto, largo) ed era associata a vie scarsamente edificate.
Lo specificativo di San Donato è ovviamente legato alla Strada San Donato (oggi via Zamboni) in cui la Braina si immetteva.
La riforma toponomastica del 1873/78 cambiò il nome della via in vicolo di San Donato.

link al sito Origine di Bologna