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Battisti, Cesare

Via Cesare Battisti

Strada

Schede

Da via Ugo Bassi a via Barberia.
Prima documentazione dell'odonimo: 1919.


Via Cesare Battisti è il risultato dell'unione di due vecchie vie differenti: la prima di queste vie coincideva con il tratto di via Cesare Battisti da via Ugo Bassi fino all'incrocio con via Porta Nova e via IV Novembre, la seconda coincideva con il tratto da questo incrocio a via Barberia.

Per quanto riguarda il primo tratto, alla fine del XVI secolo, questo andava sotto il nome di Volta dei Barberi. Volta dei Barberi era il nome che, tra settecento ed ottocento, veniva dato al breve tratto di strada dove confluiscono la via Monte Grappa (già Battisasso), via Nazario Sauro (già Via del Poggiale) e via Ugo Bassi (già Via dei Vetturini ed est di questo crociale, Strada San Felice ad ovest).
Dalla metà del XVII secolo questa via fu sempre chiamata Via Imperiale, talvolta con lo specificativo di San Prospero, per distinguerla da altra Via Imperiale (l'odierna Via Augusto Righi).
San Prospero era chiesa antichissima documentata fin dal XI secolo. Questa chiesa aveva il fianco su un vicolo (oggi chiuso, al numero 4/2 di via Cesare Battisti) che si chiamava Borghettino di San Prospero. Con l'avvento di Napoleone la congregazione di sacerdoti che la officiava venne soppressa, e la chiesa venduta a privati. Dopo la caduta di Napoleone, la chiesa venne riaperta, ma fu definitivamente chiusa nel 1915 ed in seguito demolita.


Imperiale fu nome mutuato con l'attuale via Ugo Bassi, che ebbe questo nome già alla fine del XV secolo, poco dopo la sua apertura, voluta da Giovanni II Bentivoglio.
Non c'entra l'imperatore Carlo V, come qualcuno ipotizzò, che fu incoronato a Bologna nel 1530. Imperiale con ogni probabilità voleva sottolineare l'aspetto importante di questa strada di nuova apertura.

L'odonimo Via Imperiale, dopo essere stato ufficializzato come via Imperiale di San Prospero dalle lapidette della riforma napoleonica (1801), resistette alla furia della riforma toponomastica del 1873/78, per poi venire sacrificato sull'altare del patriottismo con una delibera consiliare del 31 maggio 1919, delibera che assegnò l'attuale nome.

Per quanto invece riguarda il secondo tratto, questo fu sempre chiamato via Barbaziana, sicuramente almeno dal XVII secolo, fino alla delibera del 1919 appena menzionata..
Via Barbaziana derivò il nome dall'antichissima chiesa di San Barbaziano (esistente già dal 1111) e tuttora esistente, anche se sconsacrata e riconvertita ad uso di autorimessa.

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