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Monte Grappa

Fronte militare

Schede

Il massiccio del Grappa è la regione montuosa che fa da naturale collegamento tra il fiume Brenta ad ovest ed il Piave ad est, digradante nella pianura veneta a sud. Nel novembre 1917, dopo l'arretramento dell'esercito italiano in seguito alla sfondamento del fronte a Caporetto, il Monte Grappa divenne il cordone ombelicale che collegava il fronte sull'Altipiano d'Asiago alla nuova linea difensiva creatasi sul Piave, dal paese di Cismon (Brenta) alle strette di Quero (Piave). Sul Monte Grappa confluirono i resti della IV° Armata provenienti dal fronte dolomitico (Col di Lana, Tofane, ecc.), dopo un duro scontro avvenuto a Longarone tra il Corpo di retroguardia italiano e le avanguardie tedesche dell'Alpen Korps germanico comandato dal tenente Erwin Rommel.

Sul Grappa la guerra assunse i contorni che il fronte aveva sul Carso, con battaglie di inaudita violenza per la conquista delle cime Asolone, Pertica, Prassolan, Tomba, Salarolo. L’offensiva austriaca della primavera 1916, passata alla storia col nome di Strafexpedition, pur fallita nell’intento di ricacciare in pianura le truppe italiane presenti sull’Altipiano d’Asiago, aveva evidenziato la necessità di organizzare a difesa il Monte Grappa e il Col del Gallo, rilievo montuoso sulla sinistra del fiume Brenta (Valsugana). Oltre a postazioni per cannoni, caverne per la truppa, magazzini, serbatoi per l’acqua, fu costruita una teleferica da Crespano alla vetta del Grappa e la strada voluta dal generale Cadorna che collega ancora oggi Bassano del Grappa alla cima del monte. Fino a novembre 1917 il Monte Grappa non conobbe combattimenti; dopo lo sfondamento del fronte a Caporetto e il ripiegamento dell’esercito italiano prima al Tagliamento poi al Piave, sul Grappa prese posizione la IV° Armata proveniente dalle Dolomiti composta dai Corpi I° - XVIII° - IX°, agli ordini del generale Nicolis Di Robilant. Il XVIII° Corpo, con le divisioni 51-15-56, prese posizione sul massiccio del Grappa fino al monte Boccaor; completava l’occupazione la 1° divisione del IX° Corpo sulla linea monte Tomba – Monfenera. Nella notte fra il 9 e il 10 novembre 1917 gli austro tedeschi presero contatto con le difese italian; il 14 novembre ci fu l’attacco vero e proprio. Le posizioni avanzate del Roncone e Tomatico furono sgombrate sotto l’incalzare del nemico, la resistenza italiana si concentrò sulla linea monte Prassolan, monte Fontanasecca, monte Cornella; dopo violentissimi scontri cedettero le difese del Prassolan, fu occupato Col del Prai, la strada verso il m. Pertica e la cima del Grappa pareva aperta. Un disperato contrattacco italiano ricacciò indietro gli avversari, ma al centro i difensori del monte Fontanasecca, Spinoncia, Col della Berretta dovettero ripiegare verso la cima del Grappa, resistendo ad oltranza su dette posizioni. Tuttavia la conquista di ogni metro costò agli austro tedeschi pesanti perdite: dopo 13 giornate di combattimenti la prima battaglia d’arresto fu vinta dall’esercito italiano. Sul bollettino del Comando Supremo furono citate la Brigata Como, Aosta, il battaglione Alpino Val Brenta, il 94° reggimento fanteria.
Cessate le ostilità, il Comando Supremo italiano provvide a far arrivare rinforzi e nuova artiglieria utilizzando la strada Cadorna. La IV° Armata, che divenne l’Armata del Grappa, fu rinforzata in uomini e cannoni; i Corpi d’armata salirono a quattro: il XVII° a sinistra a difesa degli sbarramenti verso la Val Sugana, il VI° al centro sul massiccio del Grappa, il XVIII° a destra verso il Salarolo e le Porte di Salton, il IX° di riserva a Bassano. L’11 dicembre 1917 iniziò il secondo attacco della Armata austro tedesca, sotto la spinta poderosa del nemico furono abbandonati il Col della Berretta, Col Caprile, Valderoa, Spinoncia. I contrattacchi italiani portati nei giorni seguenti permisero un parziale recupero del terreno; alla testata della Val Cancino gli austriaci tentarono più volte attacchi in massa, furono sempre respinti. La linea difensiva della IV° Armata vacillò più volte, tuttavia le truppe italiane pur cedendo qualche linea di trincee seppero nel complesso mantenere le posizioni chiave e il temuto sfondamento nella pianura fu sventato. A coprirsi di gloria furono le Brigate di Fanteria Ravenna – Umbria – Campania, il 3° Raggruppamento Alpini, poi la Brigata Pesaro e la 2060° Compagnia mitraglieri. Fino a giugno 1918, italiani e austriaci mantennero le rispettive posizioni, senza impegnarsi in battaglie sanguinose. Il 15 giugno la sistemazione difensiva della IV°Armata vedeva il IX° Corpo a protezione degli strapiombi verso la Valsugana, il VI° nelle trincee a sud di cima Grappa, il XVIII° a nord fino alla Val Cancino, il I° Corpo chiudeva lo schieramento congiungendosi con le truppe sulla sponda destra del Piave.
Alle 3 del mattino di quel giorno l’artiglieria austriaca iniziò un violento bombardamento, al quale rispose un tiro di controbatteria italiano; una fitta nebbia favorì l’avanzata dei reparti nemici che poterono cogliere importanti successi. Nelle ore seguenti vari contrattacchi italiani frenarono l’impeto avversario, le valli che collegano il Grappa alla pianura furono contese con furibonde mischie ma rimasero in saldo possesso italiano. Già a sera la spinta nemica si era arrestata, gli austriaci si sistemarono allora sulla difensiva nelle trincee italiane conquistate; nei giorni seguenti il compito di riprenderle fu affidato agli Arditi del IX° Reparto, ai fanti delle Brigate Bari – Emilia – Ravenna – Massa Carrara.
Il 15 luglio le truppe italiane tentarono una azione di sorpresa per la riconquista del Salarolo e del Roccolo (quota 1503).
Il Salarolo fu raggiunto e perso più volte, ma la reazione austriaca non permise il possesso completo della cima che divenne terra di nessuno; sul Roccolo l’attacco ebbe successo e verso sera fu pure sventato il contrattacco. Nei giorni seguenti la posizione venne rafforzata e mantenuta. Il 24 ottobre il Monte Grappa fu teatro degli avvenimenti legati alla battaglia di Vittorio Veneto; alle 5 del mattino le batterie italiane in linea aprirono il fuoco, alle 6 toccò alle fanterie uscire dalle trincee, la Brigata Bari sullo slancio conquistò i monte Asolone, la Pesaro il monte Pertica e parte del Prassolan. La Brigata Lombardia progredì sul Salarolo e l’Aosta verso il Valderoa. A sera il nemico, riorganizzatosi, riprese con furiosi contrattacchi quasi tutto il terreno perduto, mentre sul Piave fallì il passaggio sulla sponda sinistra. Nei giorni 25 e 26 gli italiani ripresero gli attacchi verso gli obiettivi assegnati, con le Brigate Bologna, Udine e vari raggruppamenti Alpini. L’azione proseguì sempre contrastata dal nemico. Finalmente il giorno 27 ebbe luogo il passaggio del Piave: sul Grappa gli austriaci tentarono un ultimo sforzo offensivo stroncato dalla artiglieria. Il 31 ottobre il nemico ripiegava dal Monte Grappa inseguito dalle truppe italiane. La guerra era praticamente finita.

Paolo Antolini

Bibliografia: Consociazione turistica italiana, Sui Campi di battaglia, 5a ed., Milano, CTI, 1940.