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Monte di Mezzo

Fronte militare

Schede

La dorsale della Zugna, che si alza di fronte a Rovereto con direzione nord-sud, termina a ridosso del gruppo del Carega nelle Piccole Dolomiti Vicentine; divide anche la Vallagarina (fiume Adige) a ovest dalla Vallarsa (torrente Leno) a est, il punto più basso è il passo Buole, anticamente denominato Boale ed utilizzato per la monticazione estiva del bestiame dalle valli ai pascoli di Malga Mezzana.
Se seguiamo il sentiero che ancora oggi si snoda dal passo e porta al Carega, ci si imbatte subito nella Cima Mezzana, poi in Cima Levante, Pala di Cherle e Cima del Calieron. Da quest'ultima scende verso la Vallarsa la Val delle Bisse Bianche ed alla confluenza delle due valli, sulla destra orografica, quasi gendarme solitario, si erge il Monte di Mezzo con i suoi mt. 1262.
Per meglio comprendere gli avvenimenti militari che vi si svolsero nel maggio-giugno del 1916, occorre tenere presente che la Vallarsa divide la dorsale della Zugna dal gruppo del Pasubio e che termina al passo Pian delle Fugazze, porta naturale aprentesi sulla pianura vicentina.
Il 15 maggio 1916 in quel settore del fronte si scatenò l'inferno: era iniziata l'offensiva austriaca di primavera voluta dal Conrad, la Strafexpedition. Costa Violina, alle porte di Rovereto (la linea del fronte era praticamente all'altezza di dove oggi sorge il grande Mausoleo ai Caduti), fu attaccata da truppe scelte della 6° Brigata da Montagna austriaca il giorno 17 maggio; i capisaldi tenuti da giovani reclute senza esperienza, venne travolto. Tra i prigionieri italiani risultò esserci anche il roveretano irredento Damiano Chiesa, fucilato dopo sommario processo il giorno 19 a Trento, medaglia d'oro alla memoria.
L'azione austriaca continuò poi lungo la dorsale della Zugna, costringendo gli italiani a ripiegare sino a Cima Zugna, dove ricevettero i rinforzi provenienti da passo Buole. Contemporaneamente in Vallarsa una forte colonna avversaria mosse contro la nostra prima linea con l'intento di aprirsi la strada verso Pian delle Fugazze; dopo 7 ore di combattimenti lo schieramento italiano, già duramente provato da un bombardamento di grossi calibri, cominciò a flettere ed il generale Pasquale Oro (comandante del settore Agno-Posina) ordinò il ripiegamento su di una nuova linea di resistenza alcuni chilometri più arretrata, che andava a sinistra dal Monte di Mezzo (dorsale della Zugna), tagliava il centro della Vallarsa all'altezza della frazione Chiesa (oggi Parrocchia) e si saldava sul Pasubio con le nostre difese del Dente Italiano.
Si era praticamente creata una linea di difesa a forma di "L", che vedeva le due punte a nord in Cima Zugna e nel Dente, mentre la parte più a sud era il Monte di Mezzo, dove furono inviate numerose batterie di cannoni. Questo schieramento, più volte attaccato, non cedette; i cannoni e le mitragliatrici italiane postate lungo la dorsale da Cima Zugna alla Levante, bloccarono i rifornimenti austriaci per le truppe che operavano contro Pian delle Fugazze perché obbligati a transitare allo scoperto nella sottostante Vallarsa, il Comando Austriaco dovette ripensare il suo piano d'attacco.
Tra il 28 ed il 30 maggio 1916 gli austriaci tentarono di sfondare le nostre difese tra Passo Buole e Cima Mezzana, con l'intento di aggirare e catturare il nostro presidio di Cima Zugna che resisteva ad oltranza perché ben alimentato dalla mulattiera che arrivava da Ala in Vallagarina e che transitava sul rovescio del passo. Furono giornate di combattimenti all'arma bianca che lasciarono migliaia di morti sul terreno, tuttavia lo schieramento italiano non cedette, decretando così il fallimento della Strafexpedition nel settore Vallagarina-Vallarsa.
Questa volta furono gli austriaci a ritirarsi su una linea arretrata che andava dalla Zugna Torta (a metà strada tra Rovereto e Cima Zugna), lo sbarramento del Matassone in Vallarsa, transitava per il Monte Corno (dove fu catturato Cesare Battisti) e si saldava sul Pasubio al Dente austriaco.
Paolo Antolini