Fanteria - 23° e 24° reggimento, brigata Como

Fanteria - 23° e 24° reggimento, brigata Como

Scheda

La Brigata riunisce i battaglioni del 23° e 24° Fanteria, di stanza a Novara.

Anno 1915
La Brigata è schierata il 23 maggio, alle dipendenze della 2a divisione, nella Valle di Boite (Cadore), nel tratto compreso tra Sentinella Chiapuzza e Punta Caiella, al fine di sbarrare al nemico la via d'Alemagna (in parte il suo tracciato corrisponde oggi alla SS 51): allo scoppio delle ostilità, cercando di approfittare di una presunta inferiorità numerica dell'avversario, l'intera divisione riceve l'ordine di occupare le posizioni oltre confine. Gli uomini della "Como" entrano a Cortina d'Ampezzo il 29 maggio, mentre il 9 giugno occupano Podestagno (oggi Botestagno), tentando poi invano di avanzare verso l'altura di Son Pauses (sul riassunto dell'Ufficio Storico indicata come Som Pauses). Sospese le operazioni, la Brigata continua ad agire con ricognizioni offensive verso il Monte Cristallo (Val Fiorenza), distinguendosi per diversi colpi di mano.
Alla metà di ottobre, grazie a condizioni metereologiche favorevoli, la 2a divisione riprende l'attacco verso le pendici nord del Monte Forame, dello Schonleitenschneit e del Rauchkofel al fine di completare la conquista del massiccio del Cristallo, già iniziata nel luglio con la presa di Cristallino e Cresta Bianca. La Brigata "Como" si vede affidare l'occupazione del Monte Forame, ma né con le azioni dell'ottobre né con quelle del novembre riesce ad avere ragione di un nemico che ha il completo dominio del territorio. Le condizioni climatiche, tornate avverse, costringono la sospensione delle azioni offensive sino alla fine dell'anno, periodo che la "Como" trascorre sempre nel Cadore.

Anno 1916
Verso la metà di febbraio gli uomini vengono dislocati in Val d'Ansiei quindi, alla fine di marzo, in Val Padola (Cadore). Qui continuano a prestare servizio di apprestamento difensivo, come ricognitori, e conducendo ogni tanto dei colpi di mano. Nel giugno il 23° viene provvisoriamente assegnato alla 1a divisione, che ha il compito di impegnare gli austriaci in Trentino per impedire che vi trasportino ulteriori truppe: difatti, i Comandi stanno preparando là, dopo la Strafexpedition nemica, la nostra offensiva; nessuno degli attacchi che il reggimento porta nella metà di giugno raggiunge però il risultato sperato. Dal 10 giugno, inoltre, sempre il 23° era passato a far parte del «Nucleo Ferrari» che ha l'ordine di puntare dalle Valli del Cismon (conosciuta oggi anche come Valle di Primiero) e del Vanoi, situate nel Trentino orientale, verso la Valle del torrente Avisio.
I due reggimenti rimangono divisi fino alla fine dell'anno: il 23° stanziato presso Malga Fossernica (vicino Canale San Bovo, nella Valle del Vanoi), il 24° in Val Padola (nel Bellunese).

Anno 1917
Nella prima metà del febbraio il 23° abbandona il «Nucleo Ferrari» (che nel frattempo si era trasformato in divisione, la 56a) riunendosi col 24°, sempre impegnato sul fronte del Cadore. Da subito operativi, parte del 23° reggimento è schierato da Cima Lavaredo e Croda Rossa, mentre il 24° è in linea da Croda Rossa al Colle Montecroce di Comelico. Il V battaglione del 23°, invece, occupa le posizioni nei pressi della zona carnica. Fino all'ottobre non accade nulla di notevole: i reparti della "Como", sempre operativi in linea, continuano nella loro opera di vigilanza e ricognizione.
In seguito alla rotta della II Armata, nella seconda metà di ottobre, la Brigata è costretta a lasciare le posizioni dell'Alto Cadore assieme all'intera 1a divisione, a partire dalla notte del 3 novembre. Giunti l'11 a Quero, sulla riva destra del Piave, agli uomini della "Como", ora agli ordini della 17a divisione, è affidata la difesa ad oltranza del tratto di fronte compreso tra l'abitato e Monte Fontana Secca, fra la linea del fiume e quella del Monte Grappa. Tramite alcuni battaglioni del 23°, la Brigata è collegata con le truppe della 56a divisione che occupano Monte Tomatico e Monte Roncone (nel Massiccio del Grappa): nonostante la strenua difesa opposta, però, gli austriaci riescono a superare il Piave a Vas, sopra Quero, il 13 novembre. Da qui il nemico attacca le posizioni del Monte Cornella, preso dopo diversi tentativi la sera del 16, momento in cui il 24° reggimento è costretto a ripiegare. La Brigata si riunisce quindi tra Quero e Rocca Cisa, resistendo all'arma bianca per un'intera giornata: solamente il 17 gli uomini ripiegheranno verso le posizioni comprese tra Monte Tomba ed il Monfenera (all'estremità orientale del Grappa). Grazie alle azioni di resistenza compiute a Quero, la "Como" riuscì a facilitare l'apprestamento di una linea di difesa su quelle posizioni ad est del Grappa.
Inviata di riposo a Bassano all'inizio di dicembre, la Brigata viene qui ricostituita. Sotto il comando della 56a divisione torna quindi in linea nella seconda metà del mese, nel tratto compreso fra il Monte Solarolo e la Val Cancino, nella regione del Grappa.

Anno 1918
Per i primi sei mesi dell'anno non accade nulla di notevole nel settore del Monte Solarolo.
Nelle prime ore del 15 giugno, in vista dell'ultima grande offensiva nemica, gli austriaci cominciano un lungo bombardamento fatto di proiettili caricati a gas lacrimogeno ed asfissiante. Dopo 4 ore, grazie ad una fitta nebbia ed al violento tiro d'artiglieria, il nemico riesce ad occupare le trincee del Solarolo comprese tra le quote 1601 e 1676. I contrattacchi che la Brigata porta per tentare di riconquistare quelle posizioni perdute non hanno fortuna, anche se riescono a fermare l'avanzata nemica: inoltre, già dalle prime ore del 17 giugno viene lanciata la nostra controffensiva, con cui viene ripresa quota 1671 (indispensabile punto di collegamento tra il Col dell'Orso e la Val Calcino).
Dopo un periodo di riposo, la "Como" torna operativa già dalla metà di luglio nel settore del Solarolo. Alla fine di un breve ma intenso rientro in linea, il 18 luglio il XVIII Corpo d'Armata è sostituito, e la Brigata è inviata a Castelfranco Veneto per riordinarsi. Tornata operativa sempre nello stesso settore a metà agosto, all'inizio di ottobre è sostituita dagli uomini della "Aosta". Passata alle dipendenze della 10a Armata in qualità di riserva e quindi tornata sotto la 56a divisione, la "Como", tre giorni dopo il lancio della nostra ultima offensiva, comincia il passaggio del Piave alla mezzanotte del 27 ottobre, stabilendosi sull'isola di Papadopoli (Grave di Papadopoli, nel Trevigiano). Oltrepassato il fiume il mattino successivo, la truppa avanza di slancio: toccato il fiume Monticano il 29, punta a Nord verso la zona compresa tra San Fior, Godega e Villa di Villa (sempre nel Trevigiano). Il 30 ottobre giunge alla Brigata, come riconoscimento della condotta tenuta durante la battaglia, un elogio del Re Vittorio Emanuele III: «Al comando della Brigata Como. Con soddisfazione di antico Comandante esprimo alle valorose truppe della brigata il mio grande compiacimento per la loro brillante condotta nell'attuale battaglia. VITTORIO EMANUELE».
Raggiunto il 2 novembre il settore compreso tra Sarone e Col di Rust (a sud-est di Polcenigo, nel Pordenonese), il 4 un battaglione del 23° passa il Tagliamento costituendo una testa di ponte presso San Pietro (una frazione di Ragogna, nell'Udinese). In quella zona la Brigata si arresta per via della firma dell'armistizio.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. II, Roma, Libreria dello Stato 1925, pp. 53-60

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Documenti
Brigata Como - 23° e 24° Fanteria
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Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico,
Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918,
Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929
8 volumi