1918

 Le lapidi che raccolgono i nomi dei caduti bolognesi dell’ultimo anno di guerra sono 17, sono collocate sul lato sud-ovest del chiostro e riportano 834 nomi.

Le intestazioni delle lapidi ricordano i luoghi ove si ebbero le maggiori perdite: località del fronte montano (Montello, Monte Grappa, Altipiano di Asiago), il mare Adriatico ed i fronti esteri (Macedonia-Albania e Francia). Inoltre, i luoghi legati alle fasi finali del conflitto: il Piave con le  località di Fossalta, Campo Sile e Grave di Papadopoli.
Su alcune lapidi sono elencati i nomi di quei soldati morti in località diverse da quelle già citate in altre opere del Chiostro.
“Combattendo su vari fronti”: contiene i nomi dei soldati morti in località non espressamente citate nelle lapidi maggiori;
“In vari luoghi per malattia”: sono elencati i soldati deceduti in ospedali da campo o di retrovia, per malattie respiratorie, infettive o complicazioni diverse, dovute alle difficili condizioni di vita al fronte;
“In prigionia”: sono i nomi dei soldati caduti nei campi di detenzione austro-ungarici.

E' l'ultimo anno di guerra combattuta. Il timore che gli austriaci potessero dilagare nella pianura veneta, spinse gli alti comandi ad intraprendere la “Battaglia dei tre monti”, combattuta dal 27 al 31 gennaio lungo la  linea Monte Valbella, Col d'Echele e Col del Rosso.
Luigi Cadorna  venne convocato a Roma davanti ad una commissione per i fatti di Caporetto, assieme ai Generali Capello e Porro. 
L’Austria, con l’esercito ormai senza viveri e scarso di munizioni, a metà di giugno lanciò l’ultima offensiva, passata alla storia come la “Battaglia del Solstizio”. Il 25 giugno, al termine della battaglia, agli austriaci rimaneva la linea dei Tre Monti, la ex prima linea italiana sull'Asolone alle pendici del Grappa ed una piccola testa di ponte alle foci del Piave.
Il Governo Italiano chiese al generale Diaz di approntare una operazione offensiva oltre il Piave, con sfondamento del fronte. Il 24 ottobre iniziò sul Grappa una forte azione dimostrativa italiana; all'alba del giorno 26 alcuni ponti gettati sul Piave, permisero alle truppe della 3° armata di superarlo e di entrare in battaglia; il 29 il generale austriaco Boroevic telegrafava al Comando Supremo che la capacità di resistenza delle proprie truppe era seriamente compromessa.
Il 30 ottobre le armate partite dal Piave erano alle porte di Vittorio Veneto. Gli austriaci in ritirata opponevano ancora qualche debole resistenza, ma il 31 iniziarono il ripiegamento sul Grappa. Resistevano solo le truppe sulle Alpi.
Il 3 novembre ad Abano, a villa Giusti, venne firmato l'armistizio tra l'Italia e l'Austria-Ungheria.
Sarebbe diventato operativo il giorno dopo, 4 novembre 1918.
Sul fronte occidentale si combattè ancora per alcuni giorni: le operazioni di guerra si chiusero definitivamente l’11 novembre 1918.