1917

 Le lapidi che raccolgono i nomi dei caduti bolognesi del  terzo anno di guerra sono 18, sono collocate sul lato sud-est del chiostro e riportano 574 nomi.

Le intestazioni delle lapidi ricordano i luoghi ove si ebbero le maggiori perdite: località dell’altipiano carsico e dell’area isontina (Monfalcone, Plezzo, Tolmino, Plava, Doberdò, Hermada,  Castagnevizza, Oppacchiasella ecc.), le aree montane (Trentino, Cadore, Monte Grappa, Altipiano di Asiago), il mare Adriatico ed il fronte macedone-albanese.
Su alcune lapidi sono elencati i nomi di quei soldati morti in località diverse da quelle già citate in altre opere del Chiostro.
“Combattendo su vari fronti”: contiene i nomi dei soldati morti in località non espressamente citate nelle lapidi maggiori;
“In vari luoghi per malattia”: sono elencati i soldati deceduti in ospedali da campo o di retrovia, per malattie respiratorie, infettive o complicazioni diverse, dovute alle difficili condizioni di vita al fronte;
“In prigionia”: sono i nomi dei soldati caduti nei campi di detenzione austro-ungarici.


I primi mesi del 1917 furono caratterizzati dal maltempo che imperversò particolarmente in Carnia e nel Cadore, dove la neve raggiunse i 7 - 8 metri d'altezza. L'attività operativa si limitò da ambo le parti a duelli di artiglierie e piccoli colpi di mano, per mantenere elevato lo spirito offensivo.
In maggio si combattè la decima battaglia dell'Isonzo.
Dal 10 al 30 giugno venne lanciato l’assalto al monte Ortigara, perso l’anno precedente nel corso della “Strafexpedition”.
In agosto ebbe inizio l'undicesima battaglia dell’Isonzo, che permise al nostro esercito di sfondare le linee austriache a nord di Gorizia e di penetrare nell’altipiano della Bainsizza.
A fine agosto gli italiani lamentarono 144.000 uomini fuori combattimento tra morti, feriti e dispersi.
Consapevoli di non poter sostenere un altro urto italiano, gli austriaci chiesero l'aiuto dell'alleato germanico, protagonista fondamentale della dodicesima battaglia dell’Isonzo: il 24 ottobre, quindici divisioni miste austro-tedesche, attaccarono nella conca di Plezzo e Tolmino la nostra 2° Armata. Per evitare l'accerchiamento circa un milione di soldati iniziarono a ritirarsi combattendo verso il fiume Torre, il Tagliamento, la Livenza. La notte tra il 25 ed il 26 ottobre, anche la 3° armata del Carso ricevette l’ordine di ripiegare verso il Piave ed il Grappa.
Furono gli eventi noti come “la rotta di Caporetto”.