1915

Le lapidi che raccolgono i nomi dei caduti bolognesi del primo anno di guerra sono 11, sono collocate sul lato nord-ovest del chiostro e riportano 410 nomi.

Le intestazioni delle lapidi ricordano i luoghi ove si ebbero le maggiori perdite: località dell’altipiano carsico e limitrofe (Monfalcone, Doberdò, San Martino e San Michele), le aree montane (Trentino e Cadore) ed isontine (Oslavia, Sabotino, Podgora, Plezzo, Tolmino, Plava), il mare Adriatico e la Libia, dove, dopo la conclusione della guerra italo-turca, erano ancora presenti contingenti di soldati italiani (e lo saranno fino agli anni ‘20).
Su alcune lapidi sono elencati i nomi di quei soldati morti in località diverse da quelle già citate in altre opere del Chiostro.
“Combattendo su vari fronti”: contiene i nomi dei soldati morti in località non espressamente citate nelle lapidi maggiori;
“In vari luoghi per malattia”: sono elencati i soldati deceduti in ospedali da campo o di retrovia, per malattie respiratorie, infettive o complicazioni diverse, dovute alle difficili condizioni di vita al fronte;
“In prigionia”: sono i nomi dei soldati caduti nei campi di detenzione austro-ungarici.

Il 1915 fu per l’Italia il primo anno di guerra.
Le operazioni si svolsero fin dall’inizio su tutto l’arco del fronte: dalle Alpi del Trentino sino al Cadore, alla Carnia ed alla fronte Giulia e, ancora oltre, sull’Altipiano del Carso e lungo il corso dell’Isonzo, dove ebbero luogo le prime quattro battaglie (delle dodici) che di quel fiume portano il nome.
Il 1° maggio 1915 erano alle armi 1.365.000 uomini; tra i complementi inviati alle armi, i feriti e malati recuperati, alla fine del 1915 risultavano al fronte 2.044.958 soldati.
Il totale delle perdite, tra morti, feriti gravi, malati, prigionieri, fu di 588.000 uomini.