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Giuseppe Landi detto/a De Luca

17 aprile 1916 - 1989

Scheda

Giuseppe Landi, «De Luca», da Carlo ed Elvira Lullini; nato il 17 aprile 1916 a Medicina; ivi residente nel 1943. Manovale. Sull'esempio del fratello Nerio (che nell'ottobre 1932 fu costretto a fuggire in Svizzera per non essere arrestato a causa dell'attività politica contraria al regime fascista) entrò nell'organizzazione comunista clandestina attiva nella zona medicinese.
Il 1 luglio 1934 venne arrestato e dopo alcuni mesi di carcere preventivo proposto per il confino «tenuto conto della sua pericolosità politica, in Medicina, ai fini della propaganda comunista».
Il 10 ottobre 1934 fu condannato a due anni di confino da scontarsi nell'isola di Ventotene (LT). Qui approfondì la preparazione politica, conoscendo altre esperienze, vivendo in un collettivo e studiando individualmente. Sempre nel 1934 fu schedato. Il 16 aprile 1935 partecipò a una protesta collettiva contro il direttore della colonia e l’8 giugno 1936 venne condannato, dal tribunale di Napoli, ad 8 mesi di reclusione. Liberato l'11 marzo 1937, giunto a Bologna fu incarcerato dal 19 aprile al 14 maggio immotivamente. Subì un altro breve arresto nell'ottobre seguente.
Il 25 maggio 1938 fu chiamato a compiere il servizio di leva e destinato in artiglieria a Nuoro. Venne congedato il 2 giugno 1940 ad otto giorni dall'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale. Si mise a commerciare in pellami, facendo tesoro delle conoscenze accumulate durante la permanenza del biennio militare in Sardegna.

Dopo l'8 settembre 1943 si pose a disposizione dell'organizzazione comunista per dare avvio alla lotta armata contro i nazifascisti. Dopo le prime esperienze compiute nel bolognese si trasferì nel Veneto per insediarvi un gruppo di giovani partigiani emiliani e, in particolare, bolognesi. Dapprima fu componente del Comando Triveneto e, poi, dall'autunno 1944, divenne commissario politico della zona Piave, alle cui dipendenze operavano le div Belluno e Nannetti.
Ideò e curò personalmente azioni militari di grande rilevanza, conclusesi con clamorosi successi partigiani. Saputo che la moglie Emma Guerra, catturata dalla banda Carità, dal novembre 1944 era rinchiusa in un lager a Bolzano, nel marzo 1945, si trasferì in questa città e, in accordo con i partigiani locali, riuscì a liberarla. Imponenti furono i risultati conseguiti dalle formazioni partigiane venete nella fase finale della lotta di liberazione tra la fine d'aprile e i primi giorni del maggio 1945.
Riconosciuto partigiano, con il grado di tenente colonnello, dal 9 settembre 1943 al 5 maggio 1945. Testimonianza in RB3. Incarcerato per fatti attinenti alla propria attività partigiana, nell'autunno 1945, scrisse un memoriale che è stato dato alle stampe quasi quarant'anni dopo, a cinque anni dalla sua morte: Rapporto sulla Resistenza nella zona Piave. [AR]