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Antonio Lalla

31 gennaio 1919 - [?]

Scheda

Antonio Lalla, da Michelangelo; nato il 31 gennaio 1919 a Liscia (CH). Meridionale appartenente alla GNR, nel giugno 1944 a Coniale (Firenzuola - FI) venne costretto «con la pistola alla mano» da Francesco Noferini , insieme con altri due commilitoni, a raggiungere il comando della 36ª brigata Bianconcini Garibaldi a Cà di Vestro (Palazzuolo sul Senio - FI). «Dopo un po' di tempo», finì per aderire al movimento partigiano, tanto da venire nominato da Carlo Nicoli - quando questi assunse la guida del 3° battaglione - comandante di una delle 20 compagnie della brigata. Dalla fine di giugno svolse, con la compagnia, numerose azioni: giustiziò un fascista, «che aveva partecipato ad un rastrellamento», e una guida fascista, «che serviva per il rastrellamento»; catturò 4 prigionieri cechi; portò «al cespuglio una spia sicula inviata nelle nostre file dal nemico per sondaggi»; assalì una camionetta, uccidendo un capitano tedesco e facendo prigionieri due soldati, uno dei quali venne «giustiziato dopo breve interrogatorio»; distrusse, sulla strada Montanara, 4 macchine, uccidendo 4 tedeschi, ferendone un altro, facendo prigionieri 2 tedeschi, che vennero fucilati, e uno slavo e catturando «abbondante bottino» e 3 Mauser. Colpito all'emitorace destro dai tedeschi l’8 agosto 1944, nel corso della battaglia di Monte Bastia, «dotato di resistenza fisica eccezionale», nonostante la ferita riuscì a raggiungere in 4 ore di cammino la sede del comando di brigata, dove venne curato da Romeo Giordano, che lo ritenne fuori pericolo dopo soltanto due giorni.
Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dal 25 maggio 1944 al 22 febbraio 1945. [A]