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Antonio Laghi

16 aprile 1908 - 18 Agosto 2002

Scheda

Antonio Laghi, da Girolamo e Domenica Montevecchi; nato il 16 aprile 1908 a Monteromano di Brisighella (RA). Dal 1938 residente a Bologna.
«Avviato agli studi tecnici a causa della sua gracile costituzione poco adatta ai massacranti lavori dell'agricoltura montana», studiò a Faenza, poi a Forlì, nell'istituto tecnico (sez. geometri).
A Forlì, nella parrocchia di Santa Lucia, retta da don Giuseppe Utili, negli anni 1925-1926 fu presidente di reparto dell'ASCI.
Come tale venne preso di mira «dagli squadristi dell'avv. Crema», aggredito e «manganellato vigliaccamente».
Superato, come privatista, l'esame di maturità scientifica, iscrittosi nella facoltà di scienze dell'università di Bologna, aderì alla FUCI, nel cui ambito organizzò i gruppi di studio. Eletto presidente del gruppo fucino di Bologna nel 1930, visse in prima persona la «burrasca della primavera del 1931».
Segnalato come «cospiratore», «dimissionato» da presidente del gruppo fucino, laureatosi in chimica e iscrittosi al terzo anno del corso di laurea in fìsica, collaborò ad «Azione Fucina» e a «Studium», entrando in corrispondenza con Jacques Maritain - dal quale ricevette con dedica Scienze et Sagesse e Les degrès du savoir - su argomenti di filosofia scientifica.
Nel settembre 1932, con Augusto Baroni e Benigno Zaccagnini, prese parte al congresso fucino di Cagliari, quale relatore per le scienze fìsiche. Fu, quindi, tra i fondatori del Movimento dei laureati di Azione cattolica. Insegnò al liceo Mondragone di Frascati, poi all'istituto tecnico di Forlì, in seguito all'istituto magistrale di Imola e, ancora, all'istituto tecnico di Lugo.
Qui venne denunciato per «disfattismo nazionale e offesa all'alleato tedesco» da una collega, «a causa di un vivace dibattito avvenuto in una piccola pensione famigliare».
Nel 1939, comunque. Laghi, che insegnava scienze nel liceo San. Luigi, riprese contatto con l'università di Bologna, in quanto «ammesso a frequentare (unico chimico) il corso di specializzazione in telecomunicazioni che gli aprì la porta del neonato "Centro Ricerche" della SSR Ducati (1940)».

Nel 1943 fu tra i partecipanti alle riunioni «di gruppi "resistenti" pacifici che si proponevano di impostare un'azione politica concreta per il dopoguerra». «Un piccolo nucleo» - Angelo Salizzoni, Achille Ardigò, Stefano Basile, e altri - si riuniva nella sua abitazione di Via Cino da Pistoia. «Ebbe modo di collegare i fermenti di resistenza bolognese-emiliana con piccoli gruppetti romagnoli ancora in embrione», grazie ai suoi frequenti viaggi a San Cassiano (Brisighella - RA), ove erano sfollati i familiari.
Nella primavera del 1944, trasferitosi il Centro Ricerche Ducati a Bazzano, venne convocato dalla direzione dell'azienda per avere fatto un discorso sovversivo durante il viaggio in treno da Bologna a Bazzano. Aveva affermato che la Ducati si stava trasformando in un campo di concentramento controllato dai tedeschi.
Lasciata Bologna e raggiunta la famiglia a San Cassiano nel maggio 1944. prese contatto con la 36ª brigata Bianconcini Garibaldi, formata in prevalenza di giovani della provincia di Bologna, e con la brigata Corbari, per la quale operò come cartografo-topografo.
In questo ruolo, ebbe modo di rilevare concretamente i contrasti esistenti tra le due brigate e «gli episodi di terrorismo verso la popolazione locale» compiuti dalla 36a Bianconcini Garibaldi.
Visse la «tragica battaglia di Purocelo», nella quale potè esplicarsi «la metodica fredda ferocia teutonica, che si accanì contro un ferito, disteso in un fosso, sul quale ognuno sparava un colpo gridando: "Hund"«.
Venne nominato presidente della giunta popolare di San Cassiano dal novembre 1944.
Nel maggio 1945, rientrato a Bologna, venne nominato nella commissione economica del CLN e nel Comitato industriale Alta Italia. [A]

Laureato in Chimica Pura presso l'Università di Bologna nel 1931, dopo il conflitto fu anche insegnante di questa materia. Negli anni '50 divenne Presidente della Giunta Esecutiva dell'Opera dell'Immacolata, e seguì, su incarico del cardinal Lercaro, il Comitato Bolognese Formazione Professionale Giovani Lavoratori, costituito il 10 agosto 1957. In questa veste si attivò per favorire i contatti tra i giovani allievi e le aziende potenzialmente interessate alla loro assunzione, ottenendo importanti risultati.

Morì a Bologna il 18 agosto 2002.