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Laboratorio sperimentale di spolveratura in Certosa

2014 | oggi

Schede

Si sostiene che il lavoro di manutenzione ordinaria è l'unico sistema che abbiamo per garantire la conservazione del patrimonio artistico. Da tempi lontani ciò è risaputo, si è riscoperto come valore decenni fa, si sostiene tuttora, ma è un'esperienza che in Italia si pratica con difficoltà, mentre si dovrebbe praticare costantemente, per essere efficace e raggiungere l'obiettivo prefissato, al fine di ridurre gli interventi di restauro.

Facendo seguito al "Patto di Collaborazione" sottoscritto tra il Comune di Bologna (Istituzione Bologna Musei – Museo civico del Risorgimento e Cerimoniale del Sindaco) e l'Associazione Amici della Certosa, nel 2014 nasce questo progetto curato dall'Associazione. Il Patto prevede anche la "pulizia e manutenzione ordinaria della Certosa e dei beni storico-artistici in essa conservati, in accordo con il gestore del cimitero e fatte salve le competenze degli organi di tutela”. L'Associazione si impegna a coordinare i soci che vogliono cimentarsi al fine di dimostrare che, con un po' di buona volontà, è possibile praticare la pulizia. Le opere oggetto di manutenzione sono selezionate dal Museo civico del Risorgimento, in accordo con la Commissione Artistica della Certosa (in cui sono presenti anche Soprintendenza e Accademia di Belle Arti) e Bologna Servizi Cimiteriali. Nell'ambito del Patto di Collaborazione, dal 2016 alcuni volontari periodicamente sono stati invitati ad effettuare la spolveratura di alcune memorie collocate a Palazzo Comunale o d'Accursio, intervenendo soprattutto sulle sculture della Sala d'Ercole e sulle lapidi del Cortile d'onore. Nel 2018 l'Associazione è stata invitata dal Comune di Medicina per effettuare la spolveratura delle memorie e dei monumenti posti nel portico del Palazzo Comunale.

Tre restauratori, Lucia Vanghi, Raffaele Diegoli e Valentina Begliossi, si sono dedicati alla formazione dei volontari che vengono suddivisi in piccoli gruppi che effettuano alcune semplici operazioni di pulizia e spolveratura. A queste si aggiunge anche la pulizia da muschi e piante infestanti da alcune aree all'aperto della Certosa, tra cui il Chiostro degli Evangelici ed il Chiostro VI o della Grande Guerra. Ai volontari si illustrano quali devono essere le operazioni di manutenzione da svolgere, differenziandole nettamente dall'intervento di restauro propriamente inteso. Vengono infatti indicati alcuni tipi di degrado non trattabili con la spolveratura (croste nere, patinature, dilavamento, erosione), le cautele da adottare su finiture delicate e particolari imprevisti, che andranno indicati sull’apposita scheda conservativa che accompagna ogni opera presa in cura. Si segnalano altresì i limiti di sicurezza personale in cui intervenire nelle varie opere da seguire. Nel selezionare le opere vengono scartate a priori sia quelle in uno stato conservativo precario, sia se eseguiti in pittura, gesso o scagliola. Vengono presi in considerazione solo opere in marmo ed alcune in bronzo. Le opere devono mostrare uno stato conservativo buono e dai dati di archivio non deve risultare alcuna operazione da parte degli eredi da almeno 60/70 anni. Nel caso siano presenti nell'opera elementi decorativi in ferro o scagliola, o manufatti quali foto e corone; viene segnalato al volontario che non può operarvi. Al 2021 l'Associazione si prende cura di circa ottanta opere che vanno dalla semplice lapide al monumento composito entro arco, cappella, all'aperto.

A cura del Museo civico del Risorgimento con Associazione Amici della Certosa di Bologna.