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La Tauben-doline (la dolina dei piccioni)

Azione di guerra Giugno 1917

Schede

La Decima battaglia dell'Isonzo si era da poco conclusa, gli italiani avevano fatto un altro passo verso il caposaldo austriaco del monte Hermada. Tra le truppe attaccanti anche la 2°Brigata Bersaglieri, che aveva posto il Comando nella "Dolina dei piccioni", nei pressi di Flondar, conquistata alla fine di maggio del 1917: gli ufficiali austriaci che ritenevano le trincee inespugnabili, sorpresi dalla incursione italiana, avevano tentato una breve resistenza, ma le bombe a mano dei bersaglieri erano state sufficienti a far cessare ogni tentativo. La dolina si presentava come un pozzo nero sprofondante nelle viscere della roccia carsica, una scala ricavata nel sul fianco portava alla grotta vera e propria, le fenditure lungo le pareti ospitavano centinaia di piccioni, da qui il nome caratteristico. All'interno della grotta aveva alloggiato per mesi un Comando Austriaco, baracchette in legno, mensa ufficiali, impianto telefonico, generatore elettrico vi erano stati portati per rendere quasi umana la vita di guerra. Il 2 giugno i Bersaglieri rientrarono nelle retrovie, la Tauben-Doline passò di mano e nelle sue viscere alloggiò il Comando del 245° fanteria. Il 3 giugno 1917 alle 21,30 si scatenò l'inferno della controffensiva voluta da Boroeviç per alleggerire la pressione italiana sul caposaldo dell'Hermada . All'alba del 4 giugno le fanterie austriache, appena giunte dal fronte russo, si slanciarono penetrando nei punti dove la resistenza italiana era meno forte; il 245° fanteria resse l'urto , alla vicina quota 219 di Komarie la Brigata Granatieri contrattaccò alla baionetta, mentre alla quota 146 il 246° fanteria veniva accerchiato e quasi spazzato via. Era successo che il caposaldo italiano di quota 144, bersagliato dall'artiglieria nemica ed attaccato in forze, aveva ceduto di schianto, il 246° si era trovato senza copertura su un fianco, finendo per essere accerchiato. La prima linea italiana che proteggeva il paese di Flondar fu evacuata la notte del 8 giugno per meglio raccordare il fronte, dopo che le incursioni nemiche avevano spezzettato la nostra linea creando piccoli ma pericolosi salienti. La Tauben-Doline, terra di nessuno, ritornò ad essere solo ricovero per i pochi piccioni scampati al massacro.
Paolo Antolini