La spedizione italiana in Albania 1917-1918

La spedizione italiana in Albania 1917-1918

Scheda

Gli ultimi mesi del 1916

Dopo l’evacuazione dei soldati serbi da Valona nel febbraio 1916, le truppe italiane del XVI° Corpo mantennero l’occupazione del campo trincerato attorno alla città, mentre gli austroungarici erano fermi a Durazzo. Causa l’inizio della Strafexpedition sull’Altipiano d’Asiago, sul suolo albanese rimase la sola 38a Divisione perché mantenere il possesso del porto di Valona era fondamentale per il proseguo del blocco del Canale d’Otranto; a rinforzo del XVI° Corpo Italiano fu trasferito in terra d’Albania l’VIII° Gruppo Aereo che mise la base a Krionero.

1917

Riprese le operazioni militari dopo la sosta invernale, gli italiani utilizzarono l’arma aerea per missioni di bombardamento sulla città di Durazzo in mano agli austroungarici, mentre sul terreno ci si limitò a scontri di pattuglie e tiri d’artiglieria. Furono i francesi ad impegnarsi in una nuova campagna conto i bulgari; violente battaglie avvennero attorno ai laghi di Ocrida e Prespa, il terreno guadagnato andò però perso nel contrattacco congiunto di truppe bulgare e tedesche. Lo sfondamento del fronte a Caporetto fece pensare in un primo momento al ritiro del contingente italiano presente in Albania, le proteste del Comando della Marina riuscirono a bloccarlo sino a che il mantenimento della linea sul Piave rassicurò il Comando Supremo Italiano e il XVI° Corpo d’Armata ottenne di rimanere nelle posizioni conquistate.  

1918

Nei primi mesi del 1918 il contingente italiano in Albania tornò ad essere più divisioni, alla 44a si unirono la 13a – brigate Barletta e Palermo – e la 36a – brigate Savona e Verona – oltre alla 9a Brigata di Cavalleria; le forze avversarie si unificarono nella Armeegruppe Albanien (Gruppo d’Armate Albania) sotto il comando del generale Freiherr von Baltin. Italia e Francia concordarono per una offensiva da attuarsi nel settore di fronte tra i fiumi Devoll e Osum per eliminare un saliente tenuto dagli austroungarici. l’operazione militare si sviluppò a metà di maggio, truppe italiane penetrarono in profondità tra Cerevoda e Protopapa, respingendo vari contrattacchi nemici. Una nuova offensiva fu preparata per il mese di luglio contro le posizioni tenute dal nemico nei pressi di Valona e nella regione di Berat; il giorno 6 truppe italiane attaccarono nel settore del monte Tormorr ma furono bloccate dalla dura reazione austroungarica; meglio andò alla colonna al centro dello schieramento italiano che riuscì a superare il fiume Vojussa aprendosi la strada verso Berat; lungo la costa le truppe del generale Nigra, protette dal fuoco di due navi britanniche, attaccarono tra Levani e Pojani riuscendo a piegare la resistenza dei difensori fino ad occupare stabilmente il 7 luglio le due località. I successi ottenuti dagli italiani al centro e lungo la costa aiutarono la sinistra dello schieramento nella conquista del monte Tormorr che cadde il giorno 8 luglio. Queste vittorie obbligarono gli austroungarici a ripiegare abbandonando Berat che venne occupata attorno alla metà di luglio, fu una vittoria di breve durata perché il giorno 24 il nemico, ricevuti rinforzi, contrattaccò riprendendo il 26 agosto Berat. A metà settembre 1918 il generale francese F. d’Espèrey lanciò in Macedonia l’Offensiva del Vardar, provocando il collasso dell’esercito Bulgaro. Sul fronte Albanese le navi della marina Italiana e Inglese il 2 ottobre bombardarono il porto di Durazzo con una violenza tale da costringere gli austroungarici a sgomberare la base navale; la grave sconfitta subita in Macedonia dalla Bulgaria aveva indebolito la Armeegruppe Albanien e il generale F. von Baltin si vide costretto a ordinare il ripiegamento di tutto il fronte Albanese. 

Il 30 settembre truppe italiane provenienti dalla Macedonia occuparono Elbasan, il 14 ottobre le prime pattuglie entrarono a Durazzo e il giorno dopo anche Tirana cadde in mano italiana. L’avanzata proseguì nella parte centrale dell’Albania tanto che San Giovanni di Medua e Scutari furono conquistate ai primi di novembre. Queste operazioni su vasta scala vennero sempre coadiuvate dalle forze aeree dell’Intesa, il solo VIII° Gruppo Aereo Italiano effettuò oltre 800 missioni di volo. Quando ormai le truppe italiane si preparavano a penetrare nel Montenegro, giunse la notizia dell’armistizio di Villa Giusti del 3 novembre che sancì la conclusione delle ostilità anche sul fronte Albanese.

Paolo Antolini 

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L'Esercito italiano nella Grande Guerra
Ministero della Difesa Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio Storico
1983 Roma Stato Maggiore dell'Esercito