La notte bianca futurista

20 Marzo 1914

Scheda

Nemmeno due mesi dopo la prima serata futurista, a Bologna, nei sotterranei dell’Hotel Baglioni si tenne una mostra d’arte della durata di una notte. Un vero e proprio blitz, come diremmo oggi.
Questo avvenimento, entrato nella leggenda, è considerato un episodio unico nella storia del movimento. Forse anche perché nulla è rimasto per testimoniarla se non le cronache dei giornali e i racconti di quanti furono presenti e ne scrissero.

Gli artisti partecipanti all’esposizione erano: Giorgio Morandi, Mario Bacchelli (fratello dello scrittore Riccardo), Osvaldo Licini, Giacomo Vespignani e Severo Pozzati, tutti allievi dell’Accademia di Belle Arti. Nessuno di loro avrebbe davvero avuto rapporti stretti con il futurismo se non Severo Pozzati. Il più vecchio aveva venticinque anni.

La sera dell’inaugurazione (20 marzo 1914) erano presenti Marinetti, Carrà, Boccioni e Russolo, chiamati da Balilla Pratella, teorico musicale del Futurismo e amico di alcuni artisti. Grazie a lui, Filippo Tommaso Marinetti aveva già conosciuto Licini, Vespignani e Morandi. Severo Pozzati gli fu presentato quella sera stessa.

In realtà, l’intenzione dei giovani artisti era probabilmente solo quella di farsi conoscere, di dimostrare di esserci, di provare ad uscire dalla città e forse di cogliere l’attimo di grande curiosità sul Futurismo per avere attenzione da parte dei critici. Questi ultimi, infatti, parlarono di secessionisti o di pittori d’avanguardia piuttosto che di futuristi.

La serata, nemmeno a dirlo, divenne movimentata. Oltre alle facili ironie, ai giudizi sprezzanti e agli apprezzamenti negativi, non mancò qualche momento di agitazione. Pozzati, l’unico che ricevette alcune note positive, riportò: “…con Licini facemmo a botte coi protestatari, mentre Morandi se la squagliò”.

Giorgio Morandi, che aveva esposto ben tredici tele, quattro disegni e alcuni studi, non amò mai ricordare l’occasione; Mario Bacchelli anni dopo distrusse tutta o quasi la sua produzione giovanile e nessuna opera presente alla serata sopravvisse; anche Licini fece altrettanto con qualche dipinto. Tuttavia, occorre ricordare che proprio grazie a Marinetti, sempre generoso nel fornire aiuto e appoggio ad artisti delle più diverse sensibilità, alcuni quadri di Morandi e di Bacchelli parteciparono qualche tempo dopo all’esposizione futurista della Galleria Sprovieri di Roma.

Quest’ultima mostra, ricordata come “Esposizione libera futurista internazionale” fu inaugurata il 13 aprile 1914: parteciparono, tra gli altri, Fortunato Depero, Enrico Prampolini e Mario Sironi fino ad artisti internazionali come Aleksandr Archipenko e Olga Rozanova. L’occasione bolognese, dunque, seppure volutamente dimenticata dai protagonisti negli anni a venire, era stata davvero utile per farsi conoscere.

In collaborazione con Genus Bononiae Blog

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Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)
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Documentario - Bologna nel lungo Ottocento (1794 - 1914), 2008. La città felsinea dall'età napoleonica allo scoppio della Grande Guerra.

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