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Professori ebrei espulsi dall’università di Bologna nel 1938

Politico 15 Novembre 1938

Schede

Sono poco più di 50 i professori ebrei espulsi dall’università di Bologna nell’anno accademico 1938-39, a seguito dell’entrata in vigore della cosiddetta legislazione per la “difesa della razza”. 

Il numero esatto non è noto perché non esiste o non si trova - ammesso che sia stato fatto - un elenco completo negli archivi universitari. Così come non esiste quello dei docenti riammessi all’insegnamento dopo il 1945.
Di sicuro si sa che, tra gli espulsi, vi erano 11 cattedratici, 3 professori onorari e uno emerito. Non è noto il numero esatto degli assistenti - sia di ruolo sia volontari - e dei liberi docenti.
Per accertare, sia pure presuntivamente, il numero dei docenti ebrei allontanati dall’ateneo, abbiamo usato un metodo empirico di ricerca, ma di discreta affidabilità: quello della semiticità dei cognomi.
Dal volume R. Università di Bologna, Annuario 1937-38, XVI, II dell’Impero abbiamo estratto tutti i nomi tipici degli ebrei. Abbiamo quindi verificato quanti di questi non figurano più nell’annuario del 1938-39. Da questa prima ricerca abbiamo ricavato una sessantina di nomi, dei quali abbiamo fatto ricercare le cartelle personali nell’archivio universitario.
Le cartelle ritrovate e consultate sono state circa una cinquantina. Ci resta comunque il dubbio di non essere riusciti a censire tutti i docenti ebrei espulsi dall’ateneo.
Per conoscere la dimensione esatta di quest’avvenimento politico-culturale - indegno di un paese civile - occorrerebbe una ricerca a fondo negli archivi delle varie facoltà. In ogni caso, pur essendo consapevoli dei limiti della nostra ricerca, riteniamo di avere individuato la stragrande maggioranza dei perseguitati.
Senza rifare qui la storia della legislazione antisemita in Italia, va ricordato che il 14.7.1938 fu pubblicato il “Manifesto della razza” e che il 6.10 il Gran consiglio del fascismo rese nota una dichiarazione programmatica che dava una veste politico-culturale alle persecuzioni antiebraiche.
In base a quella dichiarazione furono preparate numerose leggi, l’ultima delle quali è del 1944. In base al documento del 6.10 e ad un annuncio del governo del 3.9 - ma senza attendere le prime leggi che portano la data del 15 e 17.11.1938 - il rettore dell’università di Bologna, Alessandro Ghigi, decise di espellere immediatamente i professori ebrei.
Il 14.10 inviò agli 11 professori ebrei titolari di cattedra una lettera - uguale per tutti - di questo tenore: «In seguito alle disposizioni a Voi già note, Vi comunico che con la data del 16 corr. dovrete sospendere la Vostra attività presso questa università. Vi ringrazio per l’opera scientifica e didattica svolta in questo Ateneo e Vi porgo il mio saluto».
Ai cattedratici fu inviata una seconda lettera, anche questa uguale per tutti, il 7.12.1938, con l’indicazione dell’oggetto: “Dispensa dal servizio”. Iniziava così: «Il Superiore Ministero comunica che con provvedimento in corso, ai sensi dei RR.DD.LL. 15 novembre 1938 XVII, n.1779, e 17 Novembre 1938 XVII, n.1728, siete dispensato dal servizio a decorrere dal 14 dicembre 1938, XVII». La lettera proseguiva elencando le pratiche burocratiche da espletare, i documenti da presentare e i diritti che restavano agli ebrei, compreso quello alla pensione.
Il 15.10.1938 gli assistenti ricevettero una lettera con questo oggetto: “Cessazione d’Ufficio”. Firmata dal rettore ed uguale per tutti, diceva: «In adempimento alle note disposizioni, Vi informo che con il 16 corr. Siete sospeso dall’Ufficio di Assistente (seguiva la qualifica), presso (seguiva la facoltà), a Voi affidato. Vi ringrazio per la Vostra opera e Vi porgo il mio saluto».
Ai liberi docenti fu inviata una lettera nel giugno 1939, ma con valore retroattivo al 14.12.1938. Nella missiva - uguale per tutti, firmata dal rettore e con l’indicazione dell’oggetto: “Decadenza dall’abilitazione alla libera docenza” - si leggeva: «Per disposizione del Ministero dell’Educazione Nazionale Vi comunico che in applicazione dell’art.8 del R.D.L. 15 novembre 1938XVII, n.1779, e dell’art.8 del R.D.L. 17 novembre 1938-XVII, n.1728, con D.M. 14 marzo 1939-XVII, siete stato dichiarato decaduto dall’abilitazione alla libera docenza in (seguiva l’indicazione della materia), con effetto dal 14 dicembre 1938XVII».
Il provvedimento contro gli insegnanti ebrei ebbe gravi conseguenze sul piano didattico - perché furono allontanati docenti di grande valore - e su quello personale. Terribili i traumi psicologici subiti da molti docenti per la perdita, a un tempo, della cattedra, di vecchie e consolidate abitudini e di fraterne amicizie. Particolarmente colpiti quelli che professavano sentimenti di fede fascista.
Il rettore Ghigi - certamente il più fascista e il più razzista, tra i rettori italiani - liquidò la vicenda in poche parole nella relazione inaugurale dell’anno accademico 1938-39. Il paragrafo dedicato ai “Collocamenti a riposo e trasferimenti” terminava così: «I recenti provvedimenti a tutela della razza, rendono vacanti altre 11 Cattedre, alle quali sarà provveduto entro breve termine».
Su uno degli atti più vergognosi della quasi millenaria storia della scuola bolognese non una parola. Atteggiamento, questo, comune a tutti i docenti non ebrei i quali accettarono il provvedimento senza apparente imbarazzo.
Una sola voce si levò pubblicamente contro i provvedimenti razziali, quella di Raffaele Gurrieri*, libero docente di medicina legale. Iniziando la relazione, Ghigi aveva detto: «L’Anno Accademico che si inaugura oggi, sorge in un’atmosfera di gloria e di trionfo, nella quale campeggia la figura del DUCE conquistatore della Pace Romana, fondata sulla giustizia e garantita da un popolo in armi, cui il Fascismo ha ridato la gioia e la gloria di sentirsi italiano». Aveva anche detto che il «problema di politica interna che maggiormente interessa il regime in questo momento è quello delle razze, inteso a salvaguardare l’integrità della stirpe dalle deprecabili mescolanze che potrebbero verificarsi con razze inferiori». Ghigi era un noto ornitologo divenuto famoso per gli studi sulla validità dell’ibridismo per il miglioramento delle razze animali.
Nel giugno-luglio 1945 il rettore Edoardo Volterra* - un cattedratico espulso nel 1938 perché ebreo e nominato a quella carica dal CLN e dall’AMG, in attesa di nuove elezioni - reintegrò nell’insegnamento i docenti allontanati. A tutti fu inviata una lettera personale, con la sola comune indicazione dell’oggetto: “Riassunzione in servizio”. Tra le tante - simili nella sostanza riproduciamo quella inviata a Tullio Ascarelli* a S. Paolo (Brasile), dove si era trasferito per insegnare in quell’università. Il testo: «Mi è gradito comunicarle che il Ministero della Pubblica Istruzione Direzione Generale Istruzione Superiore con disp. 12944 del 12 corr. ha disposto la Sua riassunzione in servizio quale ordinario di Diritto Commerciale presso questa R. Università. Apprendo con vivissimo piacere tale provvedimento e mi auguro che Ella possa presto raggiungere questo Ateneo al quale sono certo darà, come sempre ha dato, fama e lustro col suo alto e prezioso insegnamento».
Non fu agevole rintracciare tutti i docenti ebrei, molti dei quali avevano subìto dure persecuzioni negli anni della guerra, per sottrarsi alle quali non pochi erano espatriati.
Alcuni tornarono e ripresero l’insegnamento. Altri preferirono restare nei paesi che li avevano ospitati e dove avevano ricominciato una vita nuova, familiare e professionale.

Questi i docenti ebrei espulsi sicuramente dall’Università, dei quali abbiamo trovato la relativa documentazione nell’archivio dell’ateneo:

Cattedratici.
Tullio Ascarelli*, Alberto Mario Camis*, Gustavo Del Vecchio*, Emanuele Foà*, Guido Horn d’Arturo*, Beppo Levi*, Rodolfo Mondolfo*, Maurizio Pincherle*, Beniamino Segre*, Giulio Supino*, Edoardo Volterra*.

Onorari e emeriti.
Leone Bolaffio*, Giorgio Del Vecchio*, Iginio Benvenuto Supino*, Cesare Vivante*.

Incaricati.
Maurizio Korach*, Giorgio Tedesco*, Gino Usiglio*.

Assistenti.
Augusta Algranati*, Giulio Levi*, Silvano Mondolfo*, Franco Mortara*, Marco Oppenheim*, Carlo Pirani*, Gino Sacerdote*, Tullio Samaja*, Pierina Scaramella*,

Assistenti volontari.
Fausto Finzi*, Italo Finzi*, Nella Formiggini*, Luigi Giuseppe Jacchia*, Giorgio Morpurgo*, Carmelo Perna*.

Liberi docenti.
Nino Vittorio Bedarida*, Carlo Bernheimer*, Ezio Bolaffi*, Renato Coen Pirani*, Caterina Desylla*, Aldo Formiggini*, Riccardo Fuà*, Massimiliano Gortan*, Gino Laschi*, Alda Levi*, Silvio Magrini*, Salomone Morpurgo*, Vittorio Neppi*, Angelo Piazza*, Cesare Rimini*, Alfredo Terni*, Scipione Treves*, Nerina Vita*.

Nell’elenco non figura Siegfried Samuel David (che nel dopoguerra si naturalizzò come Sante David) nato in Germania e libero docente di lingua tedesca, perché il suo contratto si era concluso il 31.5.1938. Non essendogli stato rinnovato prima dell’ottobre 1938, per ragioni burocratiche, non fu esonerato. Per questo -quando tornò a Bologna, dopo avere trascorso alcuni anni nei campi di concentramento tedeschi - nei suoi confronti non furono applicati i provvedimenti di sanatoria predisposti dal governo. Riprese l’insegnamento l’1.11.1945.
Nell’elenco non figurano Giulio Faldini aiuto in clinica ortopedica e Fabio Luzzatto libero docente di diritto civile. Il primo aveva lasciato l’ateneo bolognese da tempo, anche se il suo nome continuava a figura nell’annuario universitario. Il secondo, il cui nome figura in un elenco di liberi docenti allontanati, non è citato dall’annuario. Dall’ateneo fu allontanato, perché ebreo, Ermanno Loevinson, un docente romano membro del consiglio direttivo dell’Istituto per la storia dell’università di Bologna. [O]