Palmieri Giovanni Giuseppe detto/a Gian Giuseppe, Peppino

6 febbraio 1892 - [?]

Note sintetiche

Titolo di studio: Laurea
Occupazione: Professore universitario

Scheda

Giovanni Giuseppe, detto Gian Giuseppe o Peppino Palmieri, da Giovanni Battista e Giuditta Bordoli; nato il 6 febbraio 1892 a Bologna; ivi residente nel 1943. Laureato in Medidna. Ordinario di Radiologia all’universita di Bologna e direttore dell'Istituto del radio dell'ospedale Sant'Orsola.
Il 30 giugno 1944 ricevette una telefonata, pare dal rettore dell'università, con la quale gli si comunicava che parte della dotazione di radio dell'istituto avrebbe dovuto essere consegnata all'esercito tedesco.
Il giorno seguente alcuni ufficiali tedeschi si presentarono per farsi consegnare il radio, ma riuscì a evitare la razzia. Poiche da tempo il CLN - prima attraverso Rino Pancaldi del PCI e poi Mario Bastia del PdA - lo aveva sollecitato a consentire che il prezioso materiale venisse preso in consegna dalle forze della Resistenza, per evitarne il trafugamento, decise di accelerare le trattative. Ebbe però qualche esitazione, dovuta alla necessita di garantire la sicurezza della propria famiglia e soprattutto al fatto insolito di dover ricorrere a un gesto se non illegale certamente fuori dalla consuetudine. Di queste esitazioni approfittarono i tedeschi.
Il 10 luglio si presentarono in forze con autoblinde e si fecero consegnare metà del grammo di radio in dotazione all'istituto. Consegnò il materiale a un funzionario dell'universita, il quale era stato comandato dal rettore. Il funzionario, a sua volta, consegnò il materiale ai tedeschi.
Armandò Businco, un cattedratico universitario, Bastia e Filippo d'Ajutolo concertarono con lui e con il suo aiuto Giovanni Ferdinando Gardini il piano per salvare la parte residua. Il 24 luglio portò personalmente il radio a Villa Torri, in viale Ercolani, e lo consegnò a Bastia. Mentre il prezioso minerale veniva sotterrato nella cantina dell’abitazione di d'Ajutolo, in via San Vitale 57, partì per Firenze, con Gardini, su un'auto guidata da Mario Giurini e messa a disposizione dal PdA. La moglie, la vecchia madre e la figlia trovarono rifugio nel castello di Filippo Cavazza a San Martino dei Manzoli (Minerbio), mentre il figlio Giovanni Battista «Gianni» preferì raggiungere la 36a brigata Bianconcini Garibaldi sull'Appennino tosco-emiliano.
Dopo la liberazione di Firenze si arruolò nel CIL e fu uno dei massimi dirigenti del rinato corpo di sanità militare. Con il grado di maggiore fece parte del gruppo Legnano e per tutto l’inverno 1944-45 combattè sulla linea del fronte appenninico. Rientrò a Bologna il 21 aprile 1945.
Il figlio Giovanni Battista cadde nella Resistenza.Testimonianza in RB3. Ha pubblicato Gianni Palmieri. [O]

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Palmieri Giovanni

Palmieri Giovanni

Ca' di Guzzo, località Belvedere, Castel del Rio (BO), 30 settembre 1944
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