Marzocchi Armando

Marzocchi Armando detto/a Gigi

16 luglio 1920 - Non caduto

Note sintetiche

Titolo di studio: Scuola media secondaria
Occupazione: Insegnante

Riconoscimenti

  • Partigiana/o (16 luglio 1944 - 21 aprile 1945)

Scheda

Armando Marzocchi, “Gigi”, da Pietro e Angelina Serra; nato il 16 luglio 1920 a San Giovanni in Persiceto; ivi residente nel 1943. Diploma di abilitazione magistrale. Maestro.
Prestò servizio militare nei carristi, a Siena, dal 12 maggio 1941 all'8 settembre 1943 con il grado di sottotenente.
Nonostante la scarsa disponibilità economica, i genitori erano braccianti, insieme con il fratello gemello Antonio conseguì il diploma di abilitazione magistrale. Amico di Nerio Nannetti, si iscrisse al PCI.

Dopo l'8 settembre 1943, mentre si trovava a Siena per il servizio militare al comando del suo plotone, impedì l'ingresso in città ad una colonna tedesca. Il 14 dicembre 1943 fu costretto a presentarsi, perché richiamato alle armi dalla RSI. Dopo aver disertato, rientrò a San Giovanni in Persiceto.
Militò nel battaglione Sergio della 63a brigata Bolero Garibaldi comandato dal fratello Antonio. Dal 16 luglio 1944 assunse la funzione di commissario politico del battaglione e operò nella zona di Anzola Emilia. Dalla metà di luglio 1944 “i due gemelli si trovarono a lottare uniti come quando da ragazzi lottavano contro i compagni di scuola o rubavano la frutta dai campi del persicetano” (Adolfo Belletti).
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1944 dovendosi portare a Bologna, in vista dell'insurrezione della città, concentrò tutti gli appartenenti al battaglione - un'unità di 110 uomini - a San Giacomo del Martignone in casa di Cleto Guermandi (Anzola Emilia). Poi, giunto nei pressi di via Bargellino, all'incrocio con la ferrovia Bologna-Brennero, il gruppo incappò in una imboscata tesagli dai nazifascisti appostati negli alloggi ferroviari.
Investiti da una raffica di mitra che colpì a morte il fratello Antonio, pur rispondendo al fuoco, ordinò la ritirata “perché gli uomini erano carichi di bagagli, perché il gruppo si trovava fuori della sua zona operativa e attaccare significava attirare tutti i tedeschi dei presidi vicini e quella notte avrebbe potuto essere molto più tragica di quella che in realtà fu”. (Adolfo Belletti).
Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dal 16 luglio 1944 alla Liberazione. Testimonianza in RB5

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