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La ripresa alla Ducati

Sociale Maggio 1945

Schede

Un gruppo di operai e tecnici, già dipendenti dell'azienda, si incontrano con il cav. Marena, uomo dei fratelli Ducati, al momento assenti e accusati di collaborazionismo, per programmare la ricostruzione dello stabilimento di Borgo Panigale.
Viene deciso di iniziare immediatamente le assunzioni (di ex operai, impiegati e tecnici Ducati) per la rimozione delle macerie; di coinvolgere operai già addetti alla manutenzione per allestire in fretta alcuni reparti dedicati al ripristino delle macchine, a mano a mano recuperate dai nascondigli in cui sono state ricoverate durante la guerra; di organizzare il recupero delle materie prime e dei semilavorati messi al sicuro in alcuni paesi della provincia (Anzola, Bazzano, Crevalcore Crespellano) e ben difesi da gruppi di operai sfollati; di riattivare le centrali elettriche interne per il funzionamento delle autoclavi a ciclo continuo necessarie per il reparto grandi condensatori.
In aiuto alla Ducati viene anche il sindaco Dozza, che subito mette a disposizione del nuovo consiglio di gestione undici camion assegnati al comune di Bologna dal governo alleato. Mentre si lavora per il ripristino della fabbrica di Borgo Panigale, riprendono a funzionare i gruppi trasferiti fin dal 1943 nelle regioni del Nord.
La sezione ottica a Daiano di Cavalese (TN) si appresta a rimettere in produzione il proiettore Gioia e la gamma delle lenti, la meccanica di Vicenza si specializza in mozzi per motocicli, a Bazzano, Saronno e Milano la sezione elettrotecnica torna a sfornare condensatori.
Tra giugno e luglio a Borgo Panigale sarà attivata la cabina di alimentazione e entrerà in funzione il reparto di aggiustaggio, affidato a operai specializzati, mentre i generici continueranno lo sgombero delle macerie.
A settembre saranno pronti i primi pezzi prodotti in loco, festeggiati da tutte le maestranze. Intanto i partiti di sinistra organizzano la sistemazione delle maestranze che pian piano rientrano dagli stabilimenti decentrati e contrattano con i comuni della Bassa la fornitura di derrate a basso costo.
La parola d'ordine è il ritorno collettivo in fabbrica con le macchine e con pregiati prodotti di pace, senza paura di essere tacciati di collaborazionismo, forti del decreto Clnai sul rientro nelle sedi originarie delle fabbriche sfollate.
Dal maggio 1946 si costituirà il Consiglio di Gestione della Ducati, organismo paritetico tra azienda e lavoratori, sotto la presidenza di Bruno Cavalieri Ducati.

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