La 63a Brigata Bolero all'attacco dei tedeschi

Scheda

Alla vigilia dell'attacco alleato decisivo verso Bologna, la 63a Brigata Bolero Garibaldi è operativa ad occidente della città, al comando di Beltrando Pancaldi (Ran poi Primo), con cinque battaglioni intitolati ai partigiani Monaldo Calari, Nello Zini, Gastone Sozzi, Umberto Armaroli e Antonio Marzocchi, caduti in battaglia nei mesi precedenti.
Il btg “Monaldo” è dislocato a Monte San Pietro: il 19 aprile, in contatto con le avanguardie alleate, libera Monte San Pietro, facendo 200 prigionieri. Quindi marcia verso Zola Predosa e Ponte Ronca. Il comando è insediato dal 20 in località Gesso. Dopo aver liberato Gesso e Lavino, una parte degli uomini dello “Zini” sono assegnati come guide alle forze alleate, mentre una squadra parte per snidare forze tedesche asserragliate a Monte Capra. L'accanita resistenza nemica porta ad impegnare due compagnie per accerchiare tutto il monte. Al termine della battaglia sono catturati oltre 130 prigionieri, diversi automezzi, armi e circa 150 cavalli.
Nella zona di San Lorenzo un'altra squadra della “Zini” sostiene il 20 aprile duri combattimenti contro un presidio tedesco, uccidendo 70 soldati e facendo 120 prigionieri. Altre azioni vittoriose avvengono a Madonna Prati, a Crespellano e Calcara. Nel complesso saranno consegnati agli Alleati più di 1.000 prigionieri.
Il btg “Sozzi” attacca all'alba del 20 aprile nella zona di Stiore e Monte Oliveto, facendo 80 prigionieri e un ingente bottino d'armi. Dopo aver forzato in più punti lo schieramento nemico, il btg si riunisce a Bazzano e passa a rastrellare il territorio montano circostante.
Nella notte tra il 20 e il 21 aprile una compagnia del btg. “Marzocchi” di stanza ad Anzola blocca la via Emilia e le colonne tedesche e fasciste in fuga da Bologna. Il presidio nazista è attaccato e sopraffatto con l'aiuto di forze del btg “Zini”. Intanto la 1a e 2a compagnia attaccano a San Giovanni in Persiceto i tedeschi che tentano di distruggere il mulino Tamburi.
Il btg. “Armaroli”, dislocato a Calderara, inizia il 20 il trasferimento verso Bologna. Solo una compagnia riuscirà a congiungersi con altre forze partigiane per l'occupazione della città. Le altre saranno impegnate ad attaccare i presidi tedeschi attorno a Calderara di Reno e Sala Bolognese. Al termine consegneranno agli Alleati oltre 200 prigionieri e un grande bottino di armi.

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