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Renato Giacchetti detto/a Giulio

2 luglio 1903 - NaN undefined NaN

Scheda

Renato Giacchetti, «Giulio», da Cesare e Anna Becagli; nato il 2 luglio 1903 a Sesto Fiorentino (FI). Nel 1943 domiciliato a Bologna presso Luigi Biancoli. Ceramista.
Iscritto al PCI dal 1921, nel 1930 venne arrestato a Milano quale funzionario nazionale del partito. Con sentenza del 23 dicembre 1931 fu deferito al Tribunale speciale che l'8 aprile 1932 lo condannò a 12 anni di carcere per «costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda».
Il 6 novembre 1936 la Commissione provinciale di Firenze lo assegnò al confino per 5 anni per «organizzazione comunista a Sesto Fiorentino».
Il 6 ottobre 1941 la Commissione provinciale di Littoria gli assegnò 2 anni di confino «per la sua pericolosità politica». Fu liberato nell'agosto 1943.

Durante la lotta di liberazione, nominato ispettore regionale del PCI, fu impegnato, dal novembre 1943, nella preparazione dell'attività militare e politica delle federazioni emiliano-romagnole.
Il 3 novembre 1943 fu presente con Giuseppe Alberganti alla riunione della federazione bolognese. Il suo lavoro non fu scevro da difficoltà per rimuovere «posizioni attesistiche che continuano a persistere nelle singole federazioni» (Relazione ispettiva sulla Romagna, dicembre 1943) Convinto assertore che il partito dovesse essere all'avanguardia nella lotta e che, a tal fine, bisognasse dedicare il massimo sforzo, profuse tutta la sua esperienza politica e la sua preparazione ideologica nel rinnovamento dei quadri direttivi. Riorganizzate le federazioni, le affidò «ai dirigenti più preparati e pronti a rischiare anche le più gravi conseguenze». Impegnò gli iscritti nella direzione delle lotte di massa. Sollecitò continuamente nei GAP «lo spirito offensivo più che difensivo». Riprese i contatti con i rappresentanti degli altri partiti per la formazione dei CLN per realizzare un comune programma di lotta.
Questo paziente lavoro di tessitura, suo e degli altri dirigenti del PCI, accompagnato dal gennaio 1944 dalla pubblicazione di alcuni fogli clandestini “La Scintilla” e “La Lotta”, che fornirono una più chiara indicazione sugli obiettivi del partito e presero posizione contro ogni forma di attesismo, consentirono al PCI di disporre, dalla primavera 1944, «di una struttura partitico-politica organizzata e rispondente alle esigenze del momento».
Fece parte del CUMER e dal giugno 1944 fu, con Giuseppe Alberganti e Ilio Barontini, membro del Triunvirato insurrezionale del PCI fino al settembre 1944 quando venne sostituito da Giuseppe Dozza.
Arrestato l’1 agosto 1944 a Parma con Giorgio Amendola, nel corso di una retata tedesca in località San Lazzaro, fu rilasciato il 12 agosto 1944 perché riuscì a nascondere la sua identità. Dal settembre 1944 fino alla Liberazione operò nel nord Emilia e in Lombardia.
Riconosciuto partigiano dall’1 ottobre 1943 al 24 maggio 1945. [AQ]