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Adelchi Baroncini

4 novembre 1889 - 3 gennaio 1945

Scheda

Adelchi Baroncini, da Primo e Silvia Caravita; nato il 4 novembre 1889 a Conselice (RA). Sposato con Teresa Benini, nel 1943 è residente a Bologna in via Rimesse 25. Operaio meccanico alla O.A.R.E., l’Officina Automezzi Riparazione dell’Esercito, è attivo nella Resistenza cittadina con tutta la famiglia, che lo aiuta con convinzione. Collaboratore del movimento di liberazione, trasforma la propria casa in una stamperia segreta di pubblicazioni e volantini politici antifascisti, che le tre figlie compongono con la macchina da scrivere. Per una spiata, il 24 febbraio 1944 è arrestato dalla Gestapo in officina insieme a Antonio Celin e Armando Mazzoli, e viene accusato di sabotare la produzione bellica. Nel frattempo, la polizia tedesca si reca in via Rimesse, vi trova la moglie Teresa e le tre figlie e scopre il deposito di stampa clandestina. Adelchi e la figlia Lina, che tenta di addossarsi la colpa anche per le altre sorelle, sono portati nelle celle del comando bolognese della Gestapo, in viale Risorgimento. Sottoposti a torture e interrogatori, raggiungeranno poi la moglie e le altre due sorelle al carcere di San Giovanni in Monte. Il 6 maggio 1944, tutta la famiglia Baroncini è trasferita, insieme a un gruppo di detenuti politici, al campo di Fossoli. Adelchi viene spostato al campo di Bolzano-Gries e da qui deportato a Mauthausen il 5 agosto 1944. Giunge nel lager austriaco il 7 agosto, ricevendo la matricola 82267 e la classifica di prigioniero politico con il triangolo rosso. Muore il 3 gennaio 1945 nel "convalescenziario" del Castello di Hartheim, nei pressi di Linz, che fungeva da luogo di eliminazione dei detenuti inabili al lavoro di Mauthausen e Dachau. Nei campi di concentramento morirono anche la moglie e la figlia Iole. Riconosciuto partigiano nella 7a brigata GAP Gianni Garibaldi dal 9 settembre 1943 al 3 gennaio 1945. [Luigi Arbizzani]

E' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno. A lui è dedicata una pietra d'inciampo, collocata in Via Rimesse 25.